Assadakah News Agency - Il protagonista del padiglione del Regno d’Arabia alla Biennale di Venezia 2023 è l’architetto Al-Bara Saimaldahar, fondatore e direttore creativo dello studio designer Dahr a Jeddah. Un progetto, quello di IRT, con la cooperazione di Basma e Noura Bouzo, fondatrici di &bouqu, società di consulenza creativa e culturale di Riyadh.
Dal tema conduttore dell’edizione 2023, “Laboratory of the Future”, è nato il progetto di approfondimento delle qualità sia fisiche che metafisiche dei materiali di comune utilizzo, in rapporto al concetto di architettura oggi in auge in Arabia Saudita.
Il punto di partenza rimane la terra, con tutte le potenzialità e opportunità del suo utilizzo, unitamente ai materiali di origine organica, sperimentando la visione di un tutto unico da diversi punti di vista, a cominciare dall’essenzialità, che lascia spazio all’esperienza sensoriale fino a sviluppare nuove idee senza condizionamenti esterni.
L’approccio al tema della Biennale è quindi ambivalente, e comprende sia una visione specifica, sia una esplorazione interiore, richiamata dall’interno del Padiglione. Uso di componenti basilari, insieme a tecniche innovative, con un ulteriore sviluppo del contenuto espositivo. In sostanza, una forma che illustra l’attualità e il futuro stato della materia all’interno del contesto architettonico.
All’interno di un contesto architettonico, i materiali contengono narrazioni che raccontano storie diverse degli abitanti di un Paese o di un’area geografica. Una vera e propria eredità dinamica sulla quale costruire, partendo da uno sforzo collettivo sia da parte delle istituzioni che dei professionisti del settore.
Il padiglione Saudita è quindi un invito a diventare parte di questa esplorazione materiale e a contribuire alla definizione di un’eredità per le generazioni future, che dovranno comprendere come le ricerche effettuate in passato possano costituire già un importante passo verso le risposte alle sfide che ci attendono.
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