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Immagine del redattoreRoberto Roggero

Betlemme - Natale all’ombra della guerra

Assadakah News - Dovrebbe essere simbolo universale di pace e convivenza, invece anche a Betlemme il Natale si celebra all'ombra della guerra. Diverse centinaia di cristiani si sono riuniti nella Chiesa della Natività, nella città santa, per celebrare la nascita di Cristo, e per il secondo anno consecutivo, sono mancate le decorazioni festive.

Pochi i turisti, pochi in confronto agli anni passati, vista l'escalation della guerra fra Israele e militanti palestinesi nella Striscia di Gaza. Nella Piazza della Mangiatoia, il cuore della città palestinese dominato dalla chiesa che segna il luogo in cui per i cristiani è nato Cristo, un gruppo di scout ha tenuto una parata.

Tradizionalmente a Betlemme un grande albero di Natale illuminava Piazza della Mangiatoia, ma per il secondo anno le autorità locali hanno preferito non organizzare celebrazioni troppo sontuose. "Quest'anno abbiamo limitato la nostra gioia", ha detto il sindaco di Betlemme, Anton Salman. Il patriarca, l'arcivescovo Pierbattista Pizzaballa, ha raccontato alla folla a Betlemme di essere appena tornato da Gaza: "E’ tutto distrutto, è povertà e disastro…Ma ho anche visto la vita: non si arrendono. Quindi non dovresti arrenderti neanche tu. Mai", ha aggiunto. Nonostante il clima cupo, alcuni cristiani in Terra Santa (circa 185mila in Israele e 47mila nei territori palestinesi) hanno trovato rifugio nella preghiera. "Il Natale è una festa di fede. Pregheremo insieme e chiederemo a Dio di porre fine alle nostre sofferenze", ha detto il sindaco Salman.

Le strade sono piene di polizia israeliana e palestinese, anche in Piazza della Mangiatoia, senza luci e albero, perché l’Autorità Nazionale Palestinese ha confermato di volere rispettare la sofferenza della gente di Gaza. Oltre 147 famiglie cristiane hanno lasciato Betlemme da quando è iniziato il conflitto.

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