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Beirut - Walid Jumblatt: “Siriani, attenti a macchinazioni israeliane”

Immagine del redattore: Roberto RoggeroRoberto Roggero

Assadakah Beirut - L'ex presidente del Partito Socialista Progressista, Walid Jumblatt, ha tenuto una conferenza stampa a Clemenceau, alla presenza del capo del Partito Socialista Progressista, Taymour Jumblatt, su sviluppi e preparativi per commemorare il 48° anniversario del martirio di Kamal Jumblatt, ucciso dai servizi segreti siriani del regime di Assad.

Walid Jumblatt ha dichiarato: “Siamo stati pazienti, risoluti e vittoriosi. Dopo 48 anni, il regime siriano è caduto, il popolo è stato liberato, e la libertà è tornata in Siria per volontà della popolazione e anche grazie a Ahmad Al-Sharaa e alle altre formazioni. Vogliamo che il 16 marzo 2025 sia un grande ricordo popolare, non ci saranno inviti ufficiali, vogliamo solo la bandiera del Libano. Chiunque voglia venire da funzionario di qualsiasi partito è il benvenuto, ma non estenderemo alcun invito ufficiale. Ci sarà una bandiera, che è la bandiera libanese. Non voglio bandiere partigiane o apartitiche. La nostra scelta è con il Libano, e la nostra ampia affiliazione è con l’arabismo”.

Riguardo al dossier Siria, ha detto: “Il popolo libero della Siria deve stare attento alle macchinazioni israeliane. E’ il popolo di Jabal Al-Arab, i discendenti del sultano Pascià, se alcuni assoldati da qui o là vogliono trascinare la Siria nel caos. Non penso che coloro che hanno unito la Siria dai tempi del sultano Pascià e dei suoi compagni da tutte le regioni siriane, risponderanno all’appello di Netanyahu al sabotaggio per isolare gli arabi liberi dallo stesso mondo arabo e islamico. Faccio molto affidamento su figure arabo-siriane di ogni ceto sociale per affrontare questo piano infernale". 

Jumblatt ha poi proseguito: “Visiterò nuovamente Damasco per dire a tutti che il Levante è la capitale della Siria, ho chiesto un incontro con Ahmad Al-Sharaa”.

Per quanto riguarda la questione del sud, ha sottolineato: “C’è un’occupazione di fatto, contiamo sugli sforzi del presidente Joseph Aoun, del primo ministro Nawaf Salam, del presidente Nabih Berri e di tutti gli altri, nei contatti diplomatici con i principali Paesi. Ma c’è un’occupazione e una chiara violazione delle risoluzioni internazionali dal 1701 a Taif. Esiste un progetto per sabotare la sicurezza nazionale araba in Siria, Gaza e Cisgiordania, e gli arabi presenti alla conferenza che si svolgerà al Cairo dovranno prestare attenzione perché non saranno immuni dal sabotaggio e dal rischio di divisione. Israele vuole usare settarismo e divisioni interne a proprio vantaggio, vuole smantellare la regione. Ha fallito nonostante le pesanti perdite subite dal Libano. Ma oggi Israele si sta espandendo di nuovo, e il suo progetto non ha confini, dalla Cisgiordania della Samaria, dalla Giudea alla terra di Canaan, e le molteplici interpretazioni che non hanno limiti realizzare il Grande Israele, e questa è responsabilità dei leader arabi prima che sia troppo tardi, cioè adesso". Ha sottolineato che "la ricostruzione è legata alla riforma, e il programma elaborato da Nawaf Salam è accettabile, e la voce più importante sono i depositi dei piccoli e medi risparmiatori, tra le altre voci, come elettricità e comunicazioni". Jumblatt ha concluso: “Rimarremo come eravamo con il presidente Berri e le forze nazionali, come eravamo con Suleiman Franjieh (il nonno) e Rashid Karami. Eravamo e rimarremo contrari alla riconciliazione con Israele finché non verrà istituito lo Stato di Palestina, e realizzata la soluzione per i rifugiati dalla Palestina occupata nel 1948”.

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