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Beirut - Libanesi in piazza per chiedere giustizia

Assadakah News - Quattro anni fa una terribile esplosione sconvolgeva Beirut. Quattro anni dopo, la catastrofe nel porto della capitale libanese, il Medio Oriente è sconvolto da un'ulteriore escalation di tensioni. Che interessa anche il Libano, dove il 4 agosto del 2020 - ricorda il giornale L'Orient Le Jour - 235 persone sono rimaste uccise e settemila ferite. "La tragedia dell'esplosione al porto di Beirut ha avuto eco in tutto il mondo - ha detto la coordinatrice speciale delle Nazioni Unite per il Libano, Jeanine Hennis-Plasschaert - E' angosciante vedere le famiglie dei defunti di nuovo vittime per il fallimento, sinora, nel rendere giustizia. E’ sconcertante l'assenza totale di responsabilità per un simile disastro provocato dall'uomo". "Ci si aspetterebbe che le autorità competenti lavorassero senza sosta per eliminare tutti gli ostacoli strutturali o politici - ha incalzato - ma sta accadendo il contrario". E viene rinnovato l'appello del segretario generale delle Nazioni Unite per un’inchiesta imparziale, approfondita e trasparente che porti alla verità e faccia giustizia.

A Beirut sono previsti cortei di protesta in direzione del porto, teatro quattro anni fa di quella che è stata definita una delle più potenti esplosioni non nucleari della storia. A esplodere sono state tonnellate di nitrato di ammonio, 'custodite' in modo illegale per anni. Ma resta il mistero su come sia accaduto e le indagini sono state 'viziate' da interferenze politiche.

Questo pomeriggio, secondo i media arabi, saranno due le manifestazioni. La prima partirà da Piazza dei Martiri, nel cuore di Beirut, e la seconda dal quartier generale dei Vigili del Fuoco nella zona di Karantina. Entrambi i cortei convergeranno verso l'area del porto.

"La giustizia è un diritto - ha detto alla tv satellitare al-Arabiya l'avvocato Cecile Roukoz - Non ci fermeremo fin quando non scopriremo chi li ha uccisi". "Passati quattro anni non c'è stata in Libano una sola sentenza", le ha fatto eco Karlen Hitti-Karam, con un marito, un fratello e un cugino, tutti Vigili del Fuoco, morti nell'intervento scattato dopo l'esplosione, che fu preceduta da deflagrazioni di minore entità. E, ha aggiunto, "le persone che erano state arrestate sono state rilasciate. Sono fuggite dal Paese, si sono nascoste o sono tornate alla loro vita normale e lavorano come se nulla fosse mai accaduto".

Quattro anni fa, due giorni dopo l'esplosione, il presidente francese Emmanuel Macron volava a Beirut. Oggi la Francia esorta i connazionali "a lasciare il Libano il più presto possibile" alla luce della situazione della sicurezza, "altamente instabile".

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