Assadakah Beirut – Diverse centinaia di persone hanno preso parte, nella mattinata di ieri, a Beirut, a una manifestazione organizzata dai familiari delle vittime della devastante esplosione del porto di Beirut che, il 4 agosto del 2020, uccise circa 250 persone, ne ferì oltre 2.700 (molte delle quali menomate a vita) e causò grande distruzione nella capitale libanese. Il sit-in è stato programmato in contemporanea allo svolgimento dell'11a seduta parlamentare per l'elezione del presidente della Repubblica.
I manifestanti, riuniti nelle vie adiacenti alla sede dell'assemblea nazionale, sono tornati a chiedere a gran voce il ripristino dell'inchiesta sulle responsabilità per l'esplosione di 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio.
Alcuni deputati, appartenenti al movimento di contestazione politica emerso alla fine del 2019 col palesarsi del collasso finanziario del Libano, si sono uniti ai manifestanti, esprimendo solidarietà per le loro richieste. Questi deputati hanno anche mostrato in aula immagini delle vittime dell'esplosione.
L'inchiesta giudiziaria, guidata dal giudice Tareq Bitar, è di fatto ferma da un anno e mezzo, e ostacolata da diversi rappresentanti dell'élite politica, accusata da più parti e a diversi livelli di essere responsabile dello stoccaggio incustodito del nitrato di ammonio nel porto di Beirut, fin dal 2013, nonostante i numerosi appelli, caduti nel vuoto.
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