Assadakah News Agency - Il 14 febbraio 2005 l’ex primo ministro del Libano, Rafiq Hariri, moriva in seguito alla esplosione di una bomba stimata intorno ai mille chili di esplosivo, collocata in un furgoncino Mitsubishi, che venne fatta detonare al passaggio della sua auto, di fronte all’Hotel St.George. Insieme a lui morirono altre 21 persone, fra cui nove guardie del corpo e l’ex ministro dell'economia Bassel Fleihan.
Nella capitale, e in tutto il Paese, previste manifestazioni di commemorazione per celebrare il 19° anniversario della scomparsa dell’ex premier, in particolare in Piazza dei Martiri a Beirut, dove Hariri è sepolto.
La morte di Rafiq Hariri innescò una protesta di massa contro la Siria, accusata di essere mandante dell’attentato, e pochi giorni dopo le truppe siriane vennero richiamate dal fronte libanese, dopo 29 anni di presenza militare.
Ancora oggi, Rafiq Hariri è considerato uno dei simboli della Repubblica libanese. Musulmano sunnita, per anni alla guida di diversi governi, originario di Sidone dove nacque nel 1944 da famiglia povera, si trasferì in Arabia Saudita in cerca di lavoro. Lavorò in un’impresa di costruzioni e nel giro di pochi anni, cavalcando il boom economico provocato dall’aumento dei prezzi del petrolio degli anni ’70, riuscì a creare una sua compagnia di costruzioni, diventando uno dei più importanti uomini d’affari vicini alla famiglia reale saudita. Hariri tornò quindi in Libano, dove all’epoca si stava combattendo una violenta guerra civile. Grazie alla propria influenza, nel 1990 partecipò alla stesura degli accordi che misero fine alla guerra e nel ’92 diventò un primo ministro non proveniente dai quadri delle forze armate. Guidò la politica libanese fino al ’98, poi di nuovo dal 2000 al 2004, presiedendo cinque governi e portando il libano verso una fase di progresso.
Hariri si impegnò nella ricostruzione del paese dopo la guerra civile, ottenne finanziamenti da Banca Mondiale e Unione Europea, ma l’economia nazionale cominciò a risentirne, senza riuscire a riottenere lo status di “capitale finanziaria” del Medio Oriente che aveva avuto fino all’inizio della guerra civile. Di contro, diminuirono le tensioni religiose fra sunniti, sciiti e cristiani, e le altre minoranze.
Nel 1982 Israele invase il Libano, con lo scopo di espellere i membri dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) da alcuni quartieri di Beirut, in un conflitto che ebbe drammatiche conseguenze, specialmente nei campi profughi di Sabra e Shatila, mentre prendeva forma il movimento Hezbollah.
Hariri ebbe quasi sempre un ruolo moderato perché rappresentava soprattutto i libanesi moderati, né assunse mai posizioni apertamente conflittuali.
Dopo la morte di Rafiq Hariri, la guida del Movimento per il Futuro fu presa dal figlio Saad, a sua volta primo ministro di diversi governi.
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