Assadakah News - La lingua italiana è uno degli elementi alla base della nostra identità e rappresenta non solo un veicolo di comunicazione ma uno strumento per diffondere l'italianità nel mondo. L'immagine di una nazione e di un popolo passa infatti dalla sua capacità di esportare all'estero le proprie tradizioni, usanze e costumi attraverso un'operazione di influenza culturale che passa anzitutto dai libri, dai film e dalle serie tv. Hollywood è l'esempio migliore e gli Stati Uniti hanno diffuso negli ultimi decenni stili di vita, mode, abitudini e prodotti commerciali attraverso le proprie produzioni cinematografiche. Non si tratta però solo di un discorso culturale ma anche geopolitico e di influenza poiché mass media e film sono uno strumento per creare un'immagine positiva di un popolo e di una nazione e generare empatia e vicinanza con paesi lontani. Per questo motivo è necessario che l'Italia incentivi e organicizzi la propria attività audiovisiva nel mondo e in particolare in Europa.
Mentre il 29 novembre alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si celebrano “Gli Stati generali della lingua e creatività italiane nel mondo”, in aree e territori in cui storicamente l'Italia ha avuto una forte influenza culturale come i Balcani, oggi a fare da padrone sono le produzioni turche. Da qualche anno infatti la Turchia ha intrapreso una politica che prevede la cessione a titolo gratuito di intere serie tv ai media locali con l'obiettivo di creare una nuova domanda da parte del pubblico; in un secondo momento, una volta assuefatti e conquistati gli spettatori, comincia a far pagare i contenuti, per procedere nella somministrazione dei sequel.
Una situazione che rischia di avere conseguenze per l'Italia sia da un punto di vista culturale sia geopolitico favorendo l'influenza turca in paesi come l'Albania da sempre vicini a noi anche in ambito economico e commerciale. Per evitare che ciò avvenga, è necessario recuperare la presenza audiovisiva in territori che in passato hanno privilegiato e considerato come “locale” il nostro prodotto cinematografico e televisivo. Ciò vale non solo per l'area dei Balcani ma anche nel Sud America (in particolare in Argentina e Brasile) dove i nostri film riempivano le sale, i nostri sceneggiati venivano trasmessi nelle Tv locali e i programmi di intrattenimento italiani erano sempre seguiti con passione, non a caso molte delle nostre star erano tanto amate in quei luoghi, quanto in Italia. La perdita di spazio per i prodotti audiovisivi italiani costituisce anche una limitazione per la diffusione della lingua italiana (essendo film e serie tv sottotitolati) diminuendo la possibilità di essere parlata e conosciuta nel mondo. Per questo motivo il Sottosegretario alla cultura Lucia Borgonzoni ha lanciato una proposta concreta con l'obiettivo di rilanciare il nostro audiovisivo nel mondo: “una possibile via d’uscita potrebbe essere quella di costituire dei pacchetti di prodotto audiovisivo Italiano: film, fiction, eventi, documentari e programmi di intrattenimento, da acquistare direttamente dai nostri produttori (o tramite accordi di sistema) a prezzi concordati, da sottotitolare, per metterli a disposizione degli operatori dei Paesi che si vorrebbe provare a riconquistare. In una fase iniziale, si potrebbero addirittura regalare i diritti, per dare un segnale forte e decisivo, ovviamente chiedendone la messa in onda in reti primarie e in orari di prime time: anziché puntare ad un’immediata remunerazione economica, si dovrebbe mirare alla visibilità, puntando più sul palinsesto che sul prezzo”.
Come realizzare concretamente questo progetto? “Attraverso il coinvolgimento delle nostre Ambasciate, dei vari Desk audiovisivi ICE istituiti nei Paesi dove il settore audiovisivo ha un certa rilevanza, e anche attraverso i rapporti pregressi della DGCA del Mic e Cinecittà con le più importanti reti Tv straniere, con le quali abbiamo collaborazioni aperte da anni. In tale progetto andrebbero coinvolte anche le nostre principali emittenti, sia pubbliche che private”.
Un'iniziativa che assume una particolare importanza anche alla luce dello scenario geopolitico del Mediterraneo e nei Balcani in cui l'Italia rischia di diminuire la propria influenza in territori in cui il nostro paese ha avuto storicamente un ruolo centrale e non può permettersi di perdere terreno anche da un punto di vista culturale e di soft power.
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