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Letizia Leonardi (Assadakah News) - Proseguono a Baku, a porte chiuse, i processi farsa e le ingiuste detenzioni dei prigionieri politici, tra questi quelli degli ex dirigenti politico-militari della Repubblica di Artsakh (Nagorno-Karabakh). Il 18 febbraio è stata data notizia della terza udienza del processo all’ex Ministro dello Stato dell’Artsakh, Ruben Vardanyan, l'importante imprenditore, banchiere d’affari e filantropo russo-armeno che ha iniziato per protesta lo sciopero della fame. Aveva un patrimonio stimato di 1,3 miliardi di dollari. Nel 2021 aveva ottenuto la cittadinanza armena e aveva rinunciato alla cittadinanza russa. Trasferitosi in Artsakh era entrato, alla fine del 2022, nel Governo della Repubblica d'Artsakh nominato Ministro di Stato dal Presidente Arayik Harutyunyan. In Armenia aveva creato la Fondazione Iniziativaper lo Sviluppo di Armenia (IDeA), che realizza progetti di sviluppo e detiene il Premio Aurora di alto profilo per gli umanitari di tutto il mondo. È stato anche uno dei fondatori dello United World College di Dilijan. Nel 2014 aveva finanziato il restauro della moschea iraniana Yukhari Govhar Agha di Sushi, con il sostegno di donazioni private, con i contributi della Fondazione Ripristino del Patrimonio Storico Orientale di Vardanyan e dell’uomo d’affari Kazako Kairat Boranbayev. Vardanyan aveva partecipato, nel 2019, all’apertura della moschea Yukhari Govhar Agha e di altre strutture utilizzati come Centri Culturali Armeno-Iraniano. Eppure, il regime di Baku, il 27 settembre 2023, lo ha arrestato, senza motivo, insieme ad altri esponenti importanti dell'Artsakh e, dopo quasi due anni, ancora non si vede la fine di questa vergognosa vicenda. Il 19 febbraio Vardanyan ha annunciato l'inizio dello sciopero della fame, contro la farsa giudiziaria che sta subendo. A suo dire è la risposta alle palesi violazioni del diritto procedurale azero e del diritto internazionale. Nel mese scorso, il suo avvocato azero, Avraam Berman, si è rivolto alla Corte per far notare che si è in presenza di una persecuzione in quanto Armeno. Nel suo messaggio l'ex ministro ha elencato tutte le violazioni del diritto internazionale che riportiamo qui di seguito: "1. Vengo processato in un tribunale militare illegale e non in una corte civile.2. Non mi è stato concesso pieno accesso all’atto di accusa e alle cosiddette “prove” contro di me: 422 volumi in azero, per i quali mi sono stati concessi solo 21 giorni lavorativi per esaminarli, che sono stati classificati come “segreti di Stato”.3. L'”atto di accusa” che mi è stato presentato non è un documento ufficiale, in quanto non riporta le firme dei miei accusatori. Anche la traduzione di questo cosiddetto documento contiene errori grossolani, rendendo impossibile per me comprendere le accuse contro di me.4. Mi è stato negato il diritto alla difesa: il mio avvocato locale, Avraam Berman, ha avuto accesso limitato ai materiali, i suoi documenti sono stati confiscati ed è stato sottoposto a pressioni psicologiche. Inoltre, al mio team legale internazionale è stato impedito di comunicare con me o di farmi visita e non ha avuto accesso a nessuno dei materiali del caso. 5. Non mi è stato permesso di convocare testimoni della difesa o di presentare denunce in merito alle violazioni commesse durante le indagini e il processo.6. Tutte le udienze sono state segrete e chiuse al pubblico. I giornalisti stranieri e i rappresentanti internazionali indipendenti sono stati esclusi dall’aula di tribunale. Questo cosiddetto “processo” non è solo contro di me. È un tentativo di criminalizzare tutti gli Armeni: tutti coloro che hanno sostenuto e dimostrato compassione verso l’Artsakh e il suo popolo, e tutti coloro che hanno mostrato compassione. Questo è un attacco ad un’intera nazione. Mi rifiuto di partecipare a questa farsa. Faccio appello ai leader mondiali, alle organizzazioni internazionali, ai difensori dei diritti umani e ai membri della stampa. Questo processo richiede la vostra attenzione. L’imitazione della giustizia è un’approvazione dell’illegalità e dell’ingiustizia. Il silenzio di fronte a tali violazioni apre la strada a future tragedie, alimentando l’ostilità e una nuova ondata di odio. Solo attraverso la verità, la legge e l’umanità, la pace e la giustizia possono essere garantite nella regione".
Per tutti gli ex dirigenti politico-militari della Repubblica di Artsakh, catturati dadagli azeri a settembre 2023, il 17 febbraio è iniziato il processo, dopo più di un anno di detenzione preventiva. un processo a porte chiuse che ha impedito ogni forma di monitoraggio indipendente da parte di osservatori internazionali, media stranieri, ONG o familiari degli imputati. Sui prigionieri pendono gravi ingiuste accuse: terrorismo, crimini contro l’umanità e crimini contro l’Azerbajgian. Con i tre ex Presidenti della Repubblica di Artsakh ci sono altri 16 imputati a Baku. Tra i più noti c'è l’ex Ministro di Stato, Ruben Vardanyan, figura chiave nel panorama politico della Repubblica di Artsakh. Ruben Vardanyan è stato arrestato mentre stava cercando di mettersi in salvo attraversando il confine per entrare in Armenia. L’avvocato americano di Ruben Vardanyan ha avuto accesso al fascicolo del suo cliente, che contiene oltre 20.000 pagine scritte in azero e russo. Il Direttore per l’Europa Orientale e l’Asia Centrale di Amnesty International ha rivolto un appello alle autorità azere chiedendo loro di garantire a Vardanyan il diritto a un processo giusto.
Il giorno prima dell’inizio del procedimento, il 16 gennaio 2025 Ruben Vardanyan ha rilasciato la seguente dichiarazione:
«Vorrei rivolgermi alla comunità internazionale, a coloro che hanno a cuore ciò che sta accadendo nella nostra regione, a coloro che si oppongono alla persecuzione religiosa in tutto il mondo e a coloro che desiderano una pace duratura e autentica.Io, Ruben Vardanyan, sono detenuto presso il Centro di detenzione del Servizio di sicurezza dello Stato della Repubblica dell’Azerbajgian dal 27 settembre 2023, più di 470 giorni in totale, di cui 340 giorni in isolamento e 23 giorni in una cella di punizione. Vorrei rilasciare una dichiarazione ufficiale prima dell’inizio del processo. Se stai leggendo queste parole, significa che ho esaurito tutti gli altri mezzi per comunicare la verità su ciò che sta accadendo qui.Un’udienza in tribunale per il mio caso è prevista per il 17 gennaio alle 15:00. Sono stato informato che sto affrontando 42 accuse, alcune delle quali prevedono pene fino all’ergastolo. Tuttavia, non mi è stata concessa l’opportunità di esaminare completamente l’atto di accusa ufficiale. Al mio avvocato e a me è stato semplicemente concesso di sfogliare 422 volumi di fascicoli del caso, tutti scritti esclusivamente in lingua azera, che non capisco, in un lasso di tempo molto breve, dal 9 dicembre 2024 all’8 gennaio 2025. Ho ricevuto l’elenco delle accuse in russo solo l’8 gennaio 2025.Inoltre, sono state esercitate pressioni su di me, sul mio avvocato e sul mio interprete per costringerci a retrodatare e firmare documenti, inclusi protocolli falsificati e verbali di interrogatori mai svolti. Dichiaro ufficialmente: non ho rilasciato alcuna testimonianza dal giorno del mio arresto, tranne durante il primo interrogatorio, in cui ho dichiarato solo il mio nome e cognome. Vorrei ribadire: tutti i protocolli che portano la mia firma sono falsificazioni. Questi documenti non esistono nella realtà. Il mio avvocato e l’interprete sono stati costretti a firmare questi documenti.Ribadisco ancora una volta la mia completa innocenza e l’innocenza dei miei compatrioti armeni, anch’essi detenuti come prigionieri politici, e chiedo la fine immediata di questo caso motivato politicamente contro di noi.Nonostante la nostra innocenza e la motivazione politica di questo processo, è molto probabile che il pubblico ministero ignori la mia dichiarazione di colpevolezza e proceda a un processo contro di noi. Chiedo il vostro supporto per garantire che mi venga concesso quanto segue:1. Concedere a me e al mio avvocato tempo e opportunità adeguati per preparare la mia difesa. In particolare, fornirci l’opportunità di esaminare attentamente i materiali del caso in una lingua che comprenda.2. Eliminare tutte le violazioni procedurali e le falsificazioni. In particolare, considerare inammissibili tutti i documenti e i verbali falsificati di interrogatori che non hanno mai avuto luogo, poiché non ho fornito alcuna testimonianza dal giorno del mio arresto.3. Rendere pubblico il mio processo e quelli dei prigionieri politici armeni. Insisto sul fatto che il processo sia il più aperto possibile, con la partecipazione di giornalisti internazionali e rappresentanti di organizzazioni umanitarie.4. Consolidare il mio caso con i casi degli altri accusati. Più di 400 dei 422 volumi del mio caso riguardano episodi del caso generale, di cui solo 6 sono specificamente correlati a false accuse contro di me. Separare il mio caso in un procedimento separato è una decisione artificiosa e infondata.Non provo rabbia o odio. Al contrario, provo sincera empatia per tutti coloro che violano le leggi, i principi morali e gli insegnamenti del Corano e di altri testi sacri.Sono convinto che la vera pace sarà possibile solo quando i leader dei paesi coinvolti nel conflitto, con il sostegno delle loro società, potranno unirsi per deporre fiori sulle tombe di tutti coloro che sono morti in questa guerra.Prometto di fare tutto il possibile per garantire che ciò accada durante la mia vita. Come disse il grande Mahatma Gandhi, l’unico modo per salvare il mondo dall’autodistruzione è vivere secondo i principi della non violenza, della verità e dell’amore. Attraverso la compassione per tutte le persone, indipendentemente dal colore della pelle, dalla nazionalità o dalla religione, possiamo raggiungere la vera pace.Grazie a tutti per il vostro supporto! Vi amo e vi ringrazio tutti per la vostra gentilezza nei miei confronti. Sappiate che sono forte e credo che la verità prevarrà.Ruben Vardanyan».
Mentre il processo agli altri 15 imputati è proseguito il 21 gennaio, il processo a Ruben Vardanyan è ripreso separatamente con le udienze del 27 gennaio e del 18 febbraio 2025. La prossima udienza in tribunale si terrà il 25 febbraio prossimo.
Il premier armeno Pashinyan ha accusato pubblicamente il governo di Baku di usare sostanze stupefacenti proibite contro gli Armeni imprigionati per estorcere testimonianze funzionali a esacerbare le tensioni tra Armenia e Azerbaijan.
L’avvocato americano di Ruben Vardanyan, Jered Genser, ha dichiarato che il governo Trump terrà una linea molto dura nei confronti di Aliyev sulla questione dei prigionieri Armeni e non è escluso che possa fare pressioni per spingere la comunità internazionale ad applicare sanzioni nei confronti dell'Azerbaijan. .
E tra gli imputati quello che il regime teme di più è proprio Ruben Vardanyan, è lui che deve essere distrutto. Il presidente azero Ilham Aliyev, ha bisogno di questo processo per annullare il diritto degli armeni all’autodeterminazione dei popoli. Anche l’Istituto Lemkin per la Prevenzione del Genocidio condanna la detenzione illegale e la pulizia etnica avvenuta dal
27 settembre 2023 nel territorio dell'Artsakh. L’Istituto Lemkin condanna inoltre l’indifferenza e la complicità della comunità internazionale di fronte anche alla minaccia di un’invasione della Repubblica di Armenia da parte dell’Azerbaijan. Chiede inoltre il rilascio di tutti gli Armeni detenuti a Baku.
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