Emanuela Campanile (Assadakah News, Vaticano) - Il vicario apostolico della Santa Sede per l'Arabia meridionale sottolinea la continuità dell'imminente visita del Pontefice con quella ad Abu Dhabi nel 2019 nell'ispirare buoni rapporti basati sul bene comune. Da una Chiesa di migranti e in minoranza l'occasione di essere una "casa dalle porte aperte" per tutti. Il viaggio di Papa Francesco nel Regno del Bahrein, che inizierà domani, porterà nuovamente il Pontefice nella regione araba, dopo la storica visita negli Emirati Arabi Uniti del febbraio 2019, quando ad Abu Dhabi firmò lo storico documento sulla fratellanza umana insieme all’imam di Al-Azhar Al-Tayyeb. Questa volta, ad accogliere il Papa sarà un Paese a maggioranza di confessione sciita e monsignor Paolo Martinelli, vicario apostolico dell’Arabia meridionale – che comprende Emirati Arabi Uniti, Yemen e Oman – sottolinea quali sono gli aspetti di continuità tra questi due viaggi apostolici.
Fra i Paesi arabi, il Regno del Bahrain è simbolo di tolleranza religiosa e rispetto delle libertà di culto, e non a caso il pontefice ha accolto con estrema benevolenza l’invito del sovrano Al-Khalifa, per diffondere maggiormente la necessità di un dialogo e una cooperazione più profondi. E di questo il papa parlerà durante gli incontri in programma nel corso della visita apostolica dal 3 al 6 novembre.
"Il Papa è consapevole della necessità di migliorare le relazioni tra le religioni e di trovare una base per un’azione comune sulle grandi questioni dell'umanità, che sono la pace, la giustizia, il clima e molte altre cose, tra cui ovviamente i diritti umani" – così ha dichiarato monsignor Paul Hinder, amministratore apostolico del vicariato dell’Arabia del Nord.
Sebbene l’Islam sia la religione ufficiale e sia in vigore la Sharia, la legge islamica, cristiani e aderenti ad altre fedi godono della libertà di culto e da tempo la casa regnante degli Al-Khalifa si è fatta promotrice di una politica religiosa tollerante e aperta al dialogo interreligioso, come conferma, tra l’altro, il fatto che il Regno ospita diversi luoghi di culto non musulmani, comprese due parrocchie.
In Bahrein ci sono circa 80mila cattolici che provengono da diverse parti del mondo, in particolare Africa, America, India, Filippine, soprattutto da Paesi vicini come Libano, Giordania, Iraq. Si tratta di comunità di rito latino, siro-malabarese, siro-malankarese.
Il programma di Francesco prevede momenti con la comunità cattolica, ma anche una preghiera ecumenica e un incontro con il locale Consiglio degli Anziani, poi ci sarà anche un incontro con l'imam Al-Tayeb, con il quale il Papa ha firmato il Documento sulla Fratellanza.
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