Bahrain - "Heatwave" a La Biennale Architettura 2025
- Patrizia Boi
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Patrizia Boi (Assadakah News) - Alla 19ª Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, in programma dal 10 maggio al 23 novembre 2025, il Regno del Bahrain si presenta con un progetto tanto ambizioso quanto necessario: Heatwave, un'indagine radicale sulle implicazioni architettoniche, ambientali e sociali delle ondate di calore estremo. Un tema non solo attuale, ma urgente, che rispecchia fedelmente la condizione climatica del paese e, al tempo stesso, pone interrogativi universali sul futuro delle città e dell’abitare.
Il padiglione nazionale sarà ospitato all’interno dell’Arsenale, simbolo storico della potenza navale veneziana, oggi cuore pulsante della Biennale. In questo spazio ricco di memoria, il Bahrain intende innescare una riflessione globale.

L’iniziativa è promossa dal Commissario Shaikh Khalifa bin Ahmed bin Abdullah Al Khalifa, Presidente dell’Autorità del Bahrain per la Cultura e le Antichità, con la curatela dell’architetto Andrea Faraguna, e un team multidisciplinare che riunisce professionisti come Wafa Al Ghatam, Eman Ali, Alexander Puzrin, Mario Monotti, Maitham Al Mubarak e Mohammad Salim.
«Il nostro obiettivo non è solo esporre, ma interrogare. Non denunciare, ma proporre. "Heatwave" è una chiamata collettiva alla responsabilità architettonica di fronte a un pianeta che si riscalda», ha dichiarato Andrea Faraguna. «Abbiamo bisogno di un nuovo alfabeto progettuale, capace di leggere il presente e riscrivere il futuro».
Il Calore come Tema Architettonico

Il Bahrain vive quotidianamente il peso del cambiamento climatico: temperature estreme, desertificazione, scarsità idrica. Per questo motivo, il padiglione Heatwave non si limiterà a una rappresentazione artistica, ma si configurerà come un vero e proprio laboratorio progettuale, dove le soluzioni concrete e localmente ispirate diventano il fulcro del discorso espositivo.
Tra le risposte architettoniche esplorate si prevedono: sistemi di ventilazione naturale ispirati ai tradizionali badgir (torri del vento); ombre architettoniche mobili e intelligenti per mitigare il calore urbano; uso di materiali locali riflettenti e a basso impatto ambientale; vegetazione come infrastruttura climatica, per contrastare l'effetto "isola di calore".
Un’attenzione particolare sarà dedicata alle strategie di progettazione passiva, in grado di ridurre il fabbisogno energetico per il raffrescamento degli edifici, e alla gestione delle risorse idriche, in un contesto dove l’acqua è bene prezioso e limitato.
Tradizione e Futuro in Dialogo

Uno degli aspetti centrali del padiglione sarà il dialogo profondo tra saperi costruttivi tradizionali e tecnologie avanzate. Le tecniche architettoniche vernacolari del Golfo, basate sull’osservazione dei microclimi e sull’impiego di materiali naturali come il corallo, il fango e il gesso, torneranno protagoniste, ma reinterpretate con strumenti e approcci contemporanei.
«Le architetture del passato erano già sostenibili, nate da un’intelligenza ambientale e sociale che oggi dobbiamo recuperare», sottolinea la ricercatrice e designer Eman Ali, parte del team curatoriale. «La vera innovazione sta nel saper guardare indietro per andare avanti».
Una Risposta al Tema della Biennale: “Intelligens”
Il padiglione si inserisce perfettamente nel tema generale della Biennale Architettura 2025: “Intelligens. Natural. Artificial. Collective.”. Heatwave proporrà una riflessione sulle diverse forme di intelligenza che si attivano nella risposta al caldo estremo: naturale, attraverso l’osservazione e l’adattamento ai fenomeni climatici; artificiale, grazie all’utilizzo di tecnologie e simulazioni climatiche digitali; collettiva, con il coinvolgimento di comunità, artigiani, esperti e istituzioni.
Non mancheranno riferimenti all’intelligenza artificiale applicata all’urbanistica climatica e alla possibilità di simulare modelli di comfort ambientale, adattabili anche ad altri contesti geografici vulnerabili.
«La crisi climatica non è un problema dei tropici: è un problema di tutti», afferma Shaikh Khalifa bin Ahmed Al Khalifa. «Attraverso l’architettura possiamo costruire non solo edifici, ma nuove forme di resistenza, resilienza e convivenza».
Un Padiglione per il Mondo

In un momento in cui l’architettura viene chiamata a rispondere a sfide globali senza precedenti, Heatwave si propone come una piattaforma critica e propositiva. Non solo una mostra, ma un invito all’azione rivolto a progettisti, decisori politici e cittadini. L’intento del Bahrain è quello di innescare un cambiamento di paradigma nel modo in cui si progetta lo spazio costruito in un mondo sempre più caldo, sempre più complesso, e sempre più interconnesso.
Conclusione
Il padiglione del Bahrain alla Biennale Architettura 2025 promette di essere una delle proposte più intense e significative dell’intera rassegna. Heatwave non si limita a documentare un fenomeno climatico, ma lo trasforma in occasione progettuale, opportunità educativa e gesto culturale universale. Mettendo al centro il calore come catalizzatore di innovazione e memoria, il Bahrain porta a Venezia un contributo essenziale al discorso globale sull’abitare sostenibile e resiliente.
«Il futuro si costruisce a partire dal clima del presente. E il presente brucia», afferma Faraguna. «Ma proprio in mezzo al calore, possiamo forgiare nuove architetture della speranza».
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