Assadakah News - A nome della associazione italo araba Assadakah, il presidente Franco Abdelkader Omeich, esprime decisa e ferma condanna per l’assassinio del leader dell’Ufficio Politico di Hamas, Islail Haniyeh (Abu al-Abd)”., nuovo crimine dell’occupazione israeliana. Assadakah si unisce alla comunità internazionale nel condannare senza alcun dubbio questo nuovo atto criminale, compiuto a Teheran, nel territorio di un Paese terzo.
Oggi, 1 agosto, i funerali ufficiali di Ismail Haniyeh saranno celebrati nella Repubblica Islamica dell’Iran. La guida suprema della repubblica islamica, Ayatollah Ali Khamenei, presiederà una cerimonia di preghiera in memoria di Ismail Haniyeh, che ha salutato come “straordinario combattente per la resistenza palestinese”, prima del suo funerale che si terrà in Qatar, il 2 agosto, dove il leader di Hamas viveva in esilio.
L’assassinio del leader politico di Hamas, 61 anni, e l’attacco israeliano che ha ucciso il capo militare di Hezbollah, Fouad Chokr, vicino a Beirut, fanno temere un prolungamento e un’estensione del conflitto tra Hamas e Israele, che da quasi dieci mesi imperversa nella Striscia di Gaza.
Mentre tutti i tentativi di mediazione sono falliti, la guerra ha acuito le tensioni in tutto il Medio Oriente, tra Israele e l’Iran e i suoi alleati in Libano, Yemen, Iraq e Siria, compreso il movimento islamista libanese Hezbollah.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che Israele ha inferto “duri colpi” ai suoi “nemici” negli ultimi giorni, facendo un esplicito riferimento all’omicidio del comandante di Hezbollah Fouad Chokr, ma senza commentare l’attacco di Teheran.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si è detto allarmato per gli attacchi a Beirut e a Teheran, che “rappresentano una pericolosa escalation”. Il segretario di stato americano, Antony Blinken, ha chiesto di proseguire gli “sforzi” per raggiungere un cessate il fuoco a Gaza, in un momento in cui il Qatar, il principale paese mediatore, s’interroga sull’opportunità di continuare la mediazione.
Gli Stati Uniti, principale alleato di Israele, hanno dichiarato che gli attacchi a Teheran e Beirut “non aiutano” a ridurre le tensioni regionali, ma ritengono che non ci siano segnali di un’escalation “imminente”.
La guida suprema iraniana ha promesso una “severa punizione” per l’assassinio. “Consideriamo nostro dovere vendicare il suo sangue versato sul territorio della repubblica islamica”, ha dichiarato. Il presidente Massoud Pezeshkian ha dichiarato che “i sionisti vedranno presto le conseguenze del loro atto vile e terroristico”.
Il capo di stato maggiore dell’esercito iraniano, Mohammad Bagheri, ha dichiarato che questo assassinio “aumenterà l’unità del Fronte di resistenza islamico”.
La missione permanente iraniana presso le Nazioni Unite a New York ha anche avvertito di “operazioni speciali” in risposta a questo assassinio, che “causerà un profondo rimpianto al suo autore”, in un messaggio su X.
Il 31 luglio gli iraniani si sono riuniti in diverse città per condannare l’assassinio. Erano diverse centinaia in piazza Palestina a Teheran, sventolando bandiere palestinesi e gridando “morte a Israele, morte all’America”.
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