(NNA Beirut) – Il corrispondente in Italia della National News Agency di Beirut, Talal Khrais, ha incontrato Nadia De Lazzari, giornalista e da molti anni impegnata sul fronte della pace e dei diritti dell’infanzia, nonché anima dell’Associazione “Venezia Pesce di Pace”, da trent’anni sul campo.
-Racconta in breve la tua storia e la storia della associazione: come e perché “Venezia Pesce di Pace”?
-“…Ho iniziato trent’anni fa, nel ’92, a Sarajevo. La decisione mi è stata ispirata dall’aver visto i bambini di quella città giocare ‘alla guerra’, con le pietre, bastoni, armi giocattolo…li ho visti dare alle fiamme cumuli di rifiuti, ma li ho visti anche cadere sotto i colpi dei cecchini, che sparavano appositamente alla schiena o alle gambe, senza ucciderli…Tornata a Venezia, ho trovato una profonda sensibilità riguardo alla questione, in particolare nell’allora sindaco Massimo Cacciari, al quale ho espresso la necessità di fare qualcosa per quei bambini, e per i nostri bambini. Il sindaco Cacciari ha mantenuto l’impegno e si è unito al mio progetto, ha organizzato e attuato il gemellaggio fra Venezia e Sarajevo, e abbiamo cominciato a portare pacchi della Croce Rossa sfidando i numerosi campi minati, fino a una quarantina di volte e al momento in cui, in un incontro con i bambini, in una scuola, un bimbo al quale avevo portato un pesciolino rosso, ha preso una sedia e ha staccato tutti i disegni dai muri della classe. Sotto c’erano i più che evidenti segni di colpi d’arma da fuoco, granate… Insomma, le maestre avevano fatto disegnare i piccoli studenti, per coprire i muri segnati dalla guerra. Ricordo che erano tutti disegni in bianco e nero, perché la scuola non poteva fornire pastelli colorati…li ho presi tutti e li ho portati a Venezia alla scuola elementare S.Girolamo. Ricordo che era il giorno di San Martino, 11 novembre e da lì è nata l’idea: come il santo ha diviso il mantello con il mendicante, così ho preso un foglio bianco, l’ho piegato in due parti, e da una ho voluto il disegno di un bambino che vive in condizioni normali, una vita normale e senza sconvolgimenti, mentre dall’altra ho voluto il disegno di un bambino nato e cresciuto in condizioni estreme, nella guerra.
Sono nate delle opere il cui significato dovrebbe insegnare molto. La metà di una casa con un balcone fiorito, diventa una casa semidistrutta dalle bombe; lo stesso piccolo campo da calcio dove da una parte è raffigurata una caotica e gioiosa partita, mostra l’altra parte dove i giocatori sono tutti stessi a terra fra chiazze di sangue e crateri. Cos’ è nata “Venezia Pesce di Pace…”-
-E oggi com’è l’attività?
-“L’Associazione è cresciuta, abbiamo realizzato progetti in Congo, Marocco, Tunisia, Pakistan, Mongolia dove, oltre a mettere in collegamento bambini di mondi diversi, abbiamo portato aiuti concreti, come medicinali, materiali didattici per le scuole, e altro ancora. E si continua, da qualche tempo anche con il Libano…”
-Com’è iniziata in Libano?
-“…E’ stata una cosa che è venuta da sé, direi quasi in famiglia…in particolare grazie al contatto con tre cugini, che sono sacerdoti missionari carmelitani. Nel 2006 siamo entrati in contatto con le monache carmelitane del Libano, che mi hanno fatto toccare con mano tutte le realtà del Paese, oltre che altri contatti con il contingente Unifil, all’epoca affidato al battaglione San Marco, i ben noti Lagunari. Grazie alle suore carmelitane, ho davvero vissuto le molte realtà del Libano. Abbiamo collaborato con diverse organizzazioni, in una grande rete di cooperazione, che comprende anche i bambini del Libano, che vivono in condizioni davvero difficili. Sia per loro come per i bambini che vivono le realtà di una guerra, ciò che preoccupa è il futuro. Come poter aiutare i bambini ad acquisire e mantenere il diritto a vivere la propria infanzia?
Per il Libano, che oggi vive gli effetti di una profonda crisi e le conseguenze della tragedia dell’agosto 2020, un grande sostegno lo abbiamo avuto dal console del Libano e dalla ambasciatrice in Italia, S.E. Mira Daher Violides. Con loro stiamo organizzando una grande mostra dei disegni di molti piccoli autori a Roma, e altre iniziative che seguiranno, soprattutto nel Paese dei Cedri”-
-Veniamo proprio ai disegni. Come hanno lavorato i giovani artisti?
-“Abbiamo scelto sette autori di Venezia e altrettanti libanesi, in un progetto che abbiamo battezzato ‘Disegni a Mille Mani’. Non è stato facile, anche a causa della pandemia, siamo andati avanti in salita per diversi mesi, ma nessuno ha mollato. I nostri ragazzi hanno disegnato la loro metà del foglio, anche con messaggi di amicizia, incoraggiamento, fratellanza, invito al gioco e alla condivisione, poi abbiamo spedito i disegni a Beirut e da lì è stato fatto il resto del lavoro. Grande aiuto lo abbiamo avuto anche dalle famiglie e dagli insegnanti. E con la mostra ai Giardini Reali, è stato pubblicato e donato anche un libro che è stato donato ai bambii, e on il sostegno del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, del Patriarca di Venezia Francesco MOraglia e del segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Perolin… Inoltre abbiamo in preparazione un altro librocon i messaggi di amicizia dei bambini... Anche la Tv di Beirut ha voluto evidenziare questo progetto, che non a caso è stato definito ‘unico al mondo’ e, da un servizio di cinque minuti, siamo arrivati a un servizio di mezz’ora, coinvolgendo tutti. I bambini hanno anche potuto parlarsi e conoscersi in videochiamata. E’ stato bellissimo…E allora appuntamento a presto e grazie…”-
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