Letizia Leonardi e Talal Khrais (Assadakah News Agency) - Andrea Casu, deputato del pd , insieme ai colleghi della Commissione Esteri della Camera, ha presentato una risoluzione per chiedere all'Europa e a tutti gli organismi internazionali di intervenire sulla gravissima crisi umanitaria degli armeni del Nagorno Karabakh e per fare tutto il possibile per garantire la tranquillità alla popolazione armena che ha una storia gloriosa e millenaria, e che appartiene a un Paese, culla della cristianità e con un patrimonio di interesse storico, artistico e culturale di estrema importanza. Patrimonio che non può essere distrutto come costantemente stanno facendo gli azeri nei territori conquistati agli armeni con la guerra del 2020. Casu ha dichiarato che l'Europa non può voltarsi dall'altra parte di fronte al pericolo di un nuovo genocidio che stanno correndo 120 mila persone, compresi molti anziani e bambini. Le crisi umanitarie devono essere considerate tutte uguali e il deputato del Pd ha parlato di una bozza di risoluzione, presentata dal Pd e dal Movimento 5 stelle, che è stata già depositata. Si attende adesso la posizione dei partiti del centro destra.
Intanto ieri, 16 febbraio, il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha fatto riferimento alla situazione nel Nagorno Karabakh durante la riunione ordinaria di gabinetto e della predisposizione di un trattato di pace con l'Azerbaijan che faccia cessare le provocazioni e le aggressioni. Gli azeri infatti non accennano a dare tregua agli armeni che sono sempre più allo stremo, con pochissimo cibo e costretti a vivere al freddo e al gelo. L'Azerbaijan aveva, per un po', ripristinato la fornitura di gas ma poi lo ha richiuso. Dal 9 gennaio anche la fornitura di energia elettrica è bloccata. Questa crisi umanitaria, come ha anche fatto presente il premier Pashinyan, sta sfociando anche in una crisi ambientale perché in mancanza di gas la popolazione tenta di scaldarsi con la legna e molti alberi vengono ogni giorno abbattuti. L'intenzione di pulizia etnica da parte del governo di Baku non lascia ormai dubbi. La Comunità Internazionale deve prenderne atto. L'Istituto internazionale Lemkin per la prevenzione del genocidio ha già per tre volte dichiarato illegali sia il blocco del corridoio di Lachin che la retorica della leadership azera. Nell'ultima dichiarazione, pubblicata il 18 gennaio 2023, l'Istituto Lemkin chiede ai leader mondiali di prendere sul serio la minaccia di genocidio del popolo armeno nel Nagorno Karabakh.
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