Assadakah Yerevan – In Nagorno Karabakh si tenta di tornare alla normalità, tra ansie e preoccupazioni per i frequenti attacchi azeri e per i mille problemi che ancora permangono a meno di due anni dalla fine del conflitto. Si ricostruisce, si festeggiano compleanni centenari ma niente è più come prima.
Questo racconta chi, in questi giorni, sta nell’autoproclamata Repubblica d’Artsakh. A Stepanakert l’anno scolastico è giunto al termine. La scuola d'arte intitolata a Hakob Gyurgyan ha organizzato, il 16 giugno, il concerto di fine anno nel Palazzo centrale degli eventi culturali di Stepanakert. La sala era piena. La maggior parte del pubblico era costituito da donne e bambini e faceva un grande piacere vedere, in qualche raro caso, alcuni uomini con dei mazzi di fiori, pronti a consegnarli alla propria figlia alla fine del saggio. E chissà quanti di quei ragazzi avrebbe voluto il proprio padre lì, in sala, ad applaudire, ma la vita è dura e la guerra ha portato via all’affetto dei propri cari tanti padri, mariti, fratelli, parenti. Ma c’erano comunque moltissime persone ad apprezzare il grande lavoro fatto dagli studenti della scuola d’arte, che si sono esibiti nel canto e nella danza. C’erano anche gli alunni più piccoli, di 5- 6 anni, fino ai 12 – 13 anni. Tanto giovani ma sembravano già professionisti del loro mestiere. E anche gli ex alunni dell’Istituto, che si sono aggiudicati diversi premi negli anni passati, erano presenti per incoraggiare i più piccoli.
Chi era in sala ha avuto il piacere di ascoltare i canti tradizionali, quelli moderni e sono stati eseguiti anche balletti, su musiche classiche. Il concerto è iniziato con il canto di gruppo sulle note della canzone armena antica " Anoushe Yar". A seguire c’è stato il gruppo di danza femminile che faceva performance acrobatiche accompagnati dai tamburi, che in dialetto dell’Artsakh si dice " Tmbla". Dopo, un altro gruppo di ragazze hanno ballato l’antica danza " Kochari" e solo a guardare sono venuti i brividi per la raffinatezza dei volteggi delle ragazze armene. Poi è stata la volta della cantante Noune Yesanayan con una bambina di circa 5 anni che si è esibita in un ballo armeno tradizionale. Due ragazzi hanno cantato “Kajutyun” (Coraggio ), la canzone che rappresenta lo spirito forte, senza paura del popolo armeno. E poi "Etude" del noto compositore post sovietico Arno Babajanyan, il ballo con la musica classica di Komitas, compositore famoso in tutto il mondo. Ancora a seguire la danza nazionale russa con la canzone " Romashka" (Margherita) e altre composizioni e balli su musica suonata anche con strumenti tipici armeni. Non sono mancati anche motivi americani. La vista di questi splendidi bambini, che stavano ballando e cantando così bene, hanno fatto emozionare non poco. Non sono solo talenti, ma hanno anche una grande forza di volontà a lavorare in questa condizione, accerchiati da una popolazione ostile e dove tutto può succedere, da un momento all’altro. Momenti di commozione tra i presenti, fieri di appartenere a questo grande popolo, che ha sofferto e continua a non avere pace ma che vuole creare, fiorire e crescere liberamente sulla loro terra antica. Ma sono purtroppo sempre nel mirino dell’Azerbaijan...E il mondo intero tace…
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