Letizia Leonardi (Assadakah Artsakh News) - Lanciagranate e droni azeri hanno colpito ieri, dalle 9 (ore locali), le postazioni di difesa dell'esercito della Repubblica d'Artsakh nella zona di Berdzor. A seguito di questa ennesima aggressione da parte dell'Azerbaijan, che viola il cessate il fuoco stabilito con la Dichiarazione Trilaterale del 9 novembre 2020, firmata dai leader di Armenia, Russia e Azerbaijan, riguardo la zona di conflitto nel Nagorno-Karabakh, sono deceduti i soldati Gurgen Gabrielyan e Artur Khachatryan. Altri 14 militari sono rimasti feriti. La Russia, presente nella regione con la sua forza di pace, ha condannato tutte le violazioni azere. La NATO ha invitato il governo di Baku all’immediata cessazione delle ostilità. Stanislav Zas, Segretario CSTO, ha espresso condoglianze alle famiglie dei caduti. Gli Stati Uniti si sono dichiarati molto preoccupati per questi nuovi focolai di conflitto. Anche il commissario europeo Peter Stano ha chiesto l’immediata cessazione delle ostilità lungo il corridoio di Lachin e la linea di contatto. Il dittatore azero Aliyev sta evidentemente approfittando del fatto che il mondo intero è sempre più concentrato sul conflitto russo-ucraino (soprattutto per le conseguenze economiche provocate a tutto l'Occidente) per tentare di appropriarsi di ulteriori territori dell'autoproclamata Repubblica d'Artsakh. Queste provocazioni belliche infatti servono per conquistare alture strategiche utili per ulteriori mire espansionistiche. Segni preoccupanti, questi, che rendono vani tutti i tentativi, di parte armena, per stabilizzare la regione e per una convivenza pacifica. L'Azerbaijan risponde invece con la sua politica di terrore verso la popolazione del Nagorno-Karabakh, con l'intento di compiere una pulizia etnica e occupare, un pezzo alla volta, tutto il Nagorno-Karabakh. Gli azeri si starebbero infatti avvicinando al passante stradale tra Goris e Stepanakert. Quasi un mese dopo il cessate il fuoco, l'11 dicembre 2020, era stata presa di mira l'area di responsabilità del contingente di pace russo e il 24 marzo scorso c'è stato il massiccio attacco ai villaggi di Khtsaberd e nella regione di Hadrowt'. Per non contare le continue provocazioni verso la popolazione armena.
Sia il Ministero degli Esteri armeno e quello dell'Artsakh ritengono inaccettabili le dichiarazioni del governo di Baku che intende modificare unilateralmente il regime giuridico nel Corridoio di Lachin cosa che, secondo il piano approvato dalle parti, deve avere il consenso di tutti e tre i firmatari. Il piano prevede che deve essere predisposto un piano per la costruzione di una nuova strada che, attraverso il Corridoio Lachin, collegherà l'Armenia con il Nagorno-Karabakh e il posizionamento del contingente russo di mantenimento della pace per vigilare su tale accesso viario.
La Repubblica d'Armenia ha adempiuto a tutti i suoi obblighi previsti. Altrettanto non si può dire dell'Azerbaijan che, con i continui atti di aggressione disattende le disposizioni della dichiarazione trilaterale del 9 novembre.
La Repubblica di Armenia invita pertanto tutta la comunità internazionale ad intervenire per fermare le azioni aggressive del governo di Baku e far arretrare le colonne militari azere che tentano di avvicinarsi al confine dell'Armenia e dell'Artsakh. Droni turchi continuano a sorvolare la zona. Da fonti armene, nei giorni scorsi l’Azerbaijan ha richiesto agli armeni di abbandonare il passante stradale principale per la nuova rotta alternativa.
Il presidente della Repubblica dell'Artsakh, Arayik Harutyunyan, oggi ha firmato un decreto per la mobilitazione militare parziale. L'Iran, preoccupata per questa nuova escalation, ha spostato truppe verso nord facendo così capire che non starà a guardare ulteriori stravolgimenti nella zona del Caucaso meridionale.
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