Letizia Leonardi (Assadakah Roma News) - Mentre tutti i riflettori mediatici sono puntati sulla guerra tra Russia e Ucraina in Artsakh nemmeno la luce fioca di una candela pone l'attenzione sulla ripresa delle rappresaglie azere nei confronti della popolazione armena del Nagorno Karabakh. A causa di un sabotaggio azero è saltata anche la conduttura del gas e a Stepanakert più di cento mila persone sono da diversi giorni senza riscaldamento, senza acqua calda e senza la possibilità di poter cucinare e i soldati dell'Azerbaijan impediscono agli operai della società del gas di effettuare le riparazioni. Con la scusa che la Russia è in guerra con l'Ucraina, in Artsakh gli azeri hanno ricominciato a sparare e gli armeni a morire. In questi giorni si sono sentiti diversi colpi contro le postazioni di difesa armene vicino a Khramort, con lancia granate da 60 mm. Bruttissimi segnali che non lasciano ben sperare sulla volontà di una pacifica convivenza in quei territori dilaniati dalla guerra dei 44 giorni della fine del 2020. Ma non solo si spara verso le postazioni di difesa armene, i soldati azeri minacciano i villaggi e anche le zone di frontiera con l'Armenia. Tra un colpo e un altro purtroppo ci scappano le vittime. Il 7 marzo cecchini azeri, lungo la linea di confine occidentale tra Armenia e Nakhchivan, è stato colpito a morte Il sergente Hrach Manasaryan di 33 anni e un soldato semplice è rimasto gravemente ferito ed è in pericolo di vita. È ormai evidente l'intenzione del governo di Baku di terrorizzare gli abitanti delle zone rimaste sotto il controllo armeno in modo da spopolarle e avanzare con facilità usurpando poco per volta fette di territorio.
Due giorni fa militari azeri hanno cercato di intimidire i residenti del villaggio di Norshen nel distretto di Martuni, impegnati nella coltivazione dei campi, con colpi sparati in aria e intimando alla popolazione di abbandonare il territorio. Elemento di preoccupazione è che sul territorio erano presenti le forze di pace russe ma, tuttavia, non sono intervenute. Ciò fa temere quindi che l'asticella delle provocazioni degli azeri si potrebbe alzare sempre più fino allo scoppio di un'altra devastante guerra nella totale indifferenza del mondo. Ciò non deve assolutamente accadere.
È di oggi la notizia che l'Assemblea nazionale della Repubblica dell'Artsakh ha adottato all'unanimità un progetto di dichiarazione sulla richiesta ai Co-presidenti del Gruppo di Minsk dell'OSCE, alle Nazioni Unite e agli organi competenti, invitando la comunità internazionale a valutare adeguatamente le recenti azioni dell'Azerbaijan e ad adoperarsi per fermare tali atti criminali,
Come se tutto ciò con bastasse il governo di Baku continua a violare anche la Convenzione di Ginevra sui diritti dei prigionieri di guerra. Due soldati armeni, Ishkhan Sargsyan e Vladimir Rafaelyan, sono stati catturati e condannati dal tribunale di Baku rispettivamente a 19 e 18 anni di carcere per ingresso illegale in Azerbaijan.
E nonostante l'Ucraina, durante la recente guerra dei 44 giorni, si sia ufficialmente schierata con il presidente azero Aliyev e sembrerebbe anche che lo abbia rifornito di armi, il popolo dell'Artsakh non ha dimenticato il dolore della guerra e cosa significhi la paura, il dolore e le difficoltà di sopravvivere sotto le bombe. Sono partiti aiuti umanitari degli armeni del Nagorno Karabakh verso Kiev e Zaporozhye: 14 tonnellate di beni di prima necessità.
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