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Artsakh - Azeri attaccano gli armeni e la Russia chiede il rispetto della tregua


Letizia Leonardi (Assadakah Roma News) -

Dopo giorni di sabotaggi e attacchi azeri sulla popolazione armena del Nagorno Karabakh (Artsakh) è finalmente intervenuta la Federazione Russa. Il Cremlino ha invitato l'Azerbaijan a rispettare gli accodi di pace firmati, dopo la recente sanguinosa guerra dei 44 giorni, il 9 novembre del 2020. Viste le crescenti tensioni, che di verificano nella regione caucasica, non è stato escluso il potenziamento del contingente di pace russo A parlare di questa eventualità è stato il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov. Il Ministero della Difesa ha invitato le parti ad applicare gli accordi. La Russia ha accusato, per la prima volta, dopo la fine del conflitto, l'Azerbaijan di aver violato il cessate il fuoco, procurando diverse vittime e feriti di parte armena e ha invitato Baku a ritirarsi dai territori occupati.

Il Ministero della Difesa russo ha anche accusato le truppe azere di usare droni, forniti dalla Turchia, per colpire l'esercito di difesa armeno e colpire obiettivi militari ma anche civili.

Nonostante l'indifferenza del mondo, suscita preoccupazione, al Cremlino, l'escalation di atti belligeranti compiuti dagli azeri in queste ultime settimane. Il presidente Vladimir Putin, in questi giorni, ha parlato della situazione del Nagorno Karabakh con il Primo Ministro armeno Nikol Pashinyan.

La Russia ha esortato l’Azerbaigian a ritirare le truppe dalle zone occupate e di rispettare gli accordi trilaterali. L'Azerbaijan non è intervenuta in modo ufficiale ma è notizia di queste ultime ore il ritiro delle truppe azere da Parukh, che è adesso sotto il controllo della forza di pace russa ma ancora si attende il ritiro dell'Azerbaijan dagli altri territori occupati.

L’Armenia continua comunque a chiedere l'intervento della Comunità Internazionale per il riconoscimento dell'autoproclamata Repubblica di Artsakh. Finché non avverrà questo fondamentale passo resterà una situazione congelata, destinata a provocare continue tensioni. L'invasione di Parukh è stata infatti preceduta da bombardamenti, inviti all'evacuazione e atti di violenza.

La popolazione armena sta lanciando da giorni grida di aiuto anche per una possibile “catastrofe umanitaria” in Karabakh, dopo che gli azeri hanno danneggiato il gasdotto e impedito il ripristino della conduttura, lasciando circa 100 mila persone al gelo.



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