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Arte & Cultura - Il "Musicattore" Luigi Maio a Lerici Music Festival


Redazione Assadakah – Una tournée coronata da un grande successo di pubblico e critica, quella appena terminata, del “Musicattore” genovese Luigi Maio (reduce dal successo di “Histoire du Soldat” di Igor Stravinsky, della cui Fondazione, Maio è rappresentante ufficiale in Italia), che ha toccato diverse località fra cui la pittoresca Lerici, ben nota per avere ospitato celebrità del calibro di Lord Byron e del poeta Percy B. Shelley, accompagnato dalla giovanissima Mary che proprio in questa onirica cornice ha concepito la disperata storia d'amore “Frankenstein”.

Lo stupendo golfo ligure è in questi giorni nel pieno del Lerici Music Festival, con personalità di richiamo internazionale, che si concluderà il 7 agosto, in una vorticosa alternanza di eventi che corrono attraverso la storia della musica, del teatro e dell'arte in genere. Fra i molti nomi, oltre a Luigi Maio, Francesco Fiore, Miriam Prandi, Yuja Wang, Andreas Ottensamer, Khatia Buniatishvilie, nonché Alexej Shor come Compositore in Residenza, e altri ancora.

Questo conferma Lerici “il Golfo dell’arte e degli artisti”, e il plauso va anche a tutte le forze istituzionali che hanno creduto in un Festival così originale e trasversale, la cui direzione generale è affidata a Maurizio Roi. L’oratorio per orchestra e terzine dantesche “Dante in 3D”, di e con Luigi Maio (una prima assoluta per il settecentesimo anniversario della morte dell’Alighieri), è fra i sei concerti sinfonici, 24 cameristici, ed eventi di teatro, musica Jazz, incontri e dibattiti, in programma in località da favola, come Parco Shelley, Villa Marigola, San Terenzo, con il Premio Pianistico “Concerti a Teatro” e virtuose rappresentazioni sotto la direzione artistica del Maestro Gianluca Marcianò e di Miren Etxaniz.

Su Luigi Maio la valutazione è pienamente positiva: accompagnato da un'orchestra di 35 giovani talenti, sapientemente diretta dal Maestro Alessandro Ferrari e coadiuvata dal pianoforte concertante del Maestro Enrico Grillotti, l'istrionico “Musicattore” ha offerto a un attento e divertito pubblico di tutte le età, una rielaborata interpretazione di alcuni fra i più conosciuti personaggi che Dante inserisce in diversi gironi dell'Inferno, ma ciò che ne fa un interprete decisamente fuori dagli schemi è l'immedesimarsi profondamente, con repentine mutazioni di mimica facciale e corporea e, soprattutto, con differenti inflessioni e intonazioni vocali, frutto di meticolosa preparazione, in ogni piega della Divina Commedia, facendo percepire all'ascoltatore ogni minimo cambiamento di umore, pensiero, volontà, desiderio mancato, o appagato. Tanto da ricevere la definizione di «primo Dante “in 3D”» dal noto latinista dell’Università di Torino, Francesco Mosetti Casaretto, insieme alle lodi del dantista Francesco De Nicola. Da non dimenticare che la partitura musicale è dello stesso Luigi Maio, che quindi “opera” (è proprio il caso di dirlo!) non solo nella più genuina tradizione di grandi maestri come Leopoldo Fregoli, Ettore Petrolini, Gustaf Gründgens, con riferimenti all'arte di Yvette Guibert, Karl Valentin, Frank Wedekind, Luigi Proietti o Dario Fo, ma si colloca anche nella sfera dei grandi musicisti e compositori d’ogni tempo.

Un Inferno, quello di Luigi Maio, che non deve essere necessariamente inteso come una rappresentazione delle più bieche e repellenti qualità umane; tutt'altro, soprattutto rivisto con la immancabile arma dell'ironia, di cui certo il Sommo Poeta non mancava, quasi che avesse previsto una messa in scena mirata e azzeccata come quella del “Musicattore” genovese.

Insomma, quando non è il caso di parlare di “uomini di teatro”, ma di “uomini-teatro”, confermato anche dal Premio Dante Alighieri 2021 da parte del CISI-Centro Internazionale Studi Italiani, dell'Università di Genova, in una cerimonia in programma il 21 settembre presso Villa Durazzo (S.Margherita Ligure), quale «più emozionante interprete di Dante».

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