Letizia Leonardi (Assadakah News) - Trndez o Tyarnindaraj, vuol dire “Davanti al Signore” ed è una ricorrenza di origini antichissime che precede quella degli innamorati. Dai tempi del paganesimo, infatti, il 13 febbraio era protagonista il fuoco, uno degli elementi della natura. Gli armeni adoravano talmente tanto l’elemento fuoco, che il focolare di casa era considerato un dono degli dei perché proteggeva dai gelidi inverni, dalle temperature di diversi gradi sotto lo zero. Non a caso, ogni giorno dell’anno, la famiglia si riuniva attorno al focolare, al tonir, il forno circolare scavato nel pavimento.
Nel lontano passato l’Armenia storica è stata una terra di feroci attacchi da parte di moltissimi invasori e anche coloro che combattevano contro i conquistatori di turno si salvavano solo se si nascondevano all’interno di grotte e se erano stati tanto previdenti da portarsi dietro un po’ di carbone per accendere il fuoco e scaldarsi, scampavano così da morte certa per assideramento. Solo dopo che sentivano i cavalli degli aggressori allontanarsi uscivano e tornavano nelle loro case che, il più delle volte, purtroppo erano state bruciate ma, anche lì, mettevano un po’ di paglia sopra la terra e con il carbone acceso avevano ancora la possibilità di scaldarsi e di superare la lunga e gelida notte in attesa dei primi raggi dell’aurora. Da qui è nata l’antica festa dedicata al fuoco e al sole. Gli armeni infatti si consideravano figli del sole, Adoravano il sole non solo come astro del cielo ma anche nella sua forma terrena: il fuoco.
Secondo alcune interpretazioni, la parola trndez significa “fuoco ammassato”. Il fuoco di Trndez veniva acceso principalmente usando le spighe di grano. Mentre le fiamme ardevano, le donne portavano su un vassoio i piatti della festa. Non mancavano i ceci arrostiti, che venivano fatti rosolare sul fuoco, gettandone anche un po' sulla brace. Poi, quando le fiamme si andavano rafforzando e stabilizzando, i presenti iniziavano a danzare, saltellando, davanti al falò. Il fatto di prendere fuoco accidentalmente, mentre si danzava, era considerato un segno di buona fortuna. In alcuni villaggi c’era anche l'usanza che la nonna aprisse la porta della casa durante la festa, scacciasse l'inverno e invitasse a entrare la primavera. Fino a circa cento anni fa, in alcuni borghi, c’era la consuetudine di accendere roghi nei cortili del capo villaggio o della chiesa, nei cortili di tutte le case o nelle corti delle case delle fidanzate e delle famiglie di sposi novelli. Il fuoco veniva acceso dal prete o dagli stessi sposi che erano convolati a nozze in quell’anno.
Se nel villaggio c'erano più coppie di neo sposi, tutti dovevano partecipare alla cerimonia dell'accensione del fuoco, a patto che ognuno di loro facesse un'offerta alla chiesa. Secondo il rituale era necessario saltare sul fuoco tre o sette volte. Durante la celebrazione, i partecipanti cantavano canzoni, ballavano ed esprimevano desideri. Ma c’erano altri riti. Nell’Armenia occidentale, la festa veniva celebrata in modi diversi, ad esempio, subito dopo la messa, donne e uomini si precipitavano nei loro giardini e villaggi con torce per assicurarsi un buon raccolto, oppure si recavano al cimitero con candele accese in chiesa, portando così il fuoco o la luce di quel falò ai loro morti. C’era poi chi, in altri villaggi, approfittava di questa ricorrenza per portare doni. In particolare, i genitori della ragazza promessa sposa inviavano regali allo sposo, anche caramelle e miele. In alcuni luoghi, le persone bruciavano con quel fuoco un pezzo dei loro vestiti, anche un filo, per essere protetti da influenze negative o per scacciare le loro malattie.
Ancora oggi la Chiesa Apostolica Armena, 40 giorni dopo la nascita di Cristo, celebra la Festa di Trndez, una sorta di purificazione praticata anche nelle Chiese Armene Cattoliche. Le due chiese la celebrano in giorni diversi, rispettivamente il 13 (con cerimonie alla vigilia del 14 febbraio, che è la festa degli innamorati) e il 2 febbraio (conosciuta con il nome di Candelora). Si tratta di uno dei tanti esempi di combinazione di festività pagane e cristiane. Gli adoratori politeisti del fuoco infatti accendevano fuochi e ci saltavano sopra per rendere omaggio al sole. Oggi la festa di Trndez celebra anche il giorno della benedizione degli sposi. Durante la liturgia si accende un fuoco da una candela benedetta, e a saltare per primi sono le coppie. Anche gli innamorati saltano davanti al fuoco tenendosi per mano. Saltano ma stando attenti a non lasciarsi le mani affinché la famiglia possa essere solida e fortunata. A saltare sono anche le donne che desiderano avere dei figli, sperando di essere accontentate. Alla fine, quindi, finiscono col saltare tutti… perché chiunque ha sempre qualcosa da chiedere alle fiamme.
(Foto di Antonio Pizzoferrato)
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