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Immagine del redattoreAssadakah

Armenia, strade e poeti

Nazie Asatryan e Talal Khrais – Yerevan, malgrado le numerose visite continua ad affascinarmi, chiese e monasteri, dove ci si può sentire parte della storia entrando in edifici antichi del V secolo a.C. Yerevan affascina nella sua cultura della socialità e ospitalità, dove non esiste il singolo ma una grande famiglia.

Charles Aznavour è sempre lì, nella piazza intitolata a lui, affollata di giovani e vecchi che sentono le sue canzoni e cantano tutti insieme. Quando siete a Yerevan, città dei poeti e scrittori, avrete la voglia di allontanarvi dai social network per fare un picnic o passeggiare in luoghi in cui è possibile sedersi a bere un caffè e leggere un libro.

In questo mio viaggio ho passato molto tempo nei parchi. Esistono parchi affascinanti come quello che porta il nome del poeta armeno Hovhannes Tumanyan ed è stato aperto nel 1970. Il parco si trova nel quartiere Ajapnyak di Yerevan. Occupa una vasta area (circa 7 ettari) dove si possono sempre trovare bambini e adulti che camminano.

Ma le cose più romantiche sono i nomi delle strade tutte dedicate a grandi personaggi della poesia, letteratura e a dei grandi musicisti. Con la mia stimata collega Nazie Asatryan cercheremo di raccontare le strade più importanti della capitale.

Iniziamo con il Piazzale di Mashtots (Avenue), una volta chiamato Lenin tra 1924 e il 1990. Mesrop Mashtots è il creatore dell’alfabeto armeno, inventato intorno al 405.

Mesrop Mashtots, vissuto a tra il 361 e il 440 , è stato un monaco cristiano, teologo e linguista armeno. Come detto fu l’inventore dell’alfabeto armeno, segnando così una tappa fondamentale della storia del popolo armeno e della Chiesa Armena con l’unificazione delle stirpi di origini armene a quel tempo divise tra il Regno di Armenia, l’Impero Bizantino e l’Impero Persiano.


Mesrop Mashtots


Quello del piazzale Sayat Nova, è considerato il più grande poeta armeno del Settecento. La sua lirica amorosa è intensa, talora venata di malinconia talora colma di gioia. Sayat-Nova usa un linguaggio raffinato, denso di metafore e similitudini. In un periodo di oppressione culturale i suoi canti rappresentarono una testimonianza straordinariamente vitale di amore per la vita e per la natura. A Sayat-Nova vengono attribuite circa 220 poesie benché si ritiene possa averne composto anche migliaia. La gran parte di esse sono scritte in lingua azera mentre diverse sono quelle scritte in armeno, persiano e georgiano.


Sayat Nova


Viale Tumanyan – Hovhannes Tumanjan è stato un poeta armeno. È considerato uno dei più grandi poeti e scrittori armeni. Ha preso la sua ispirazione dal folklore nazionale. È deceduto il 23 marzo 1923 a Mosca, Russia.


Viale Teryan Vahan – TeryanVahan Ter-Grigoryan Terian , nacque il 28 gennaio 1885 nel villaggio di Ganza, situato nel distretto di Akhalkalak della regione storica della Giavachezia, Impero russo (attuale Georgia). Le suggestive visioni della natura e della vita rurale del villaggio in cui nacque alimentarono la sua fantasia e lasciarono in lui un’impronta indelebile. Vahan era l’undicesimo figlio di Sukias Ter-Grigoryan, curato del villaggio ed appassionato di Léon Tolstoï. La forte personalità del padre esercitò senza dubbio una grande influenza sul futuro poeta, in quanto molto attivo in campo religioso e sociale ma anche dotato della tempra robusta del contadino. Sua madre era invece una donna sensibile e malinconica.

Viale Abobyan -1868- 1920/-Khachatur Abovyan . Khačatur Abovjan, Kanaker, 15 ottobre 1805 – scomparso il 14 aprile 1848) è stato uno scrittore armeno. La sua formazione culturale è prettamente europea; in particolare, ha subito l’influenza del romanticismo tedesco. Fu attirato dagli ideali liberali ed egualitari, che però gli crearono grande ostilità in patria. Per la sua ampia produzione di romanzi, racconti e opere teatrali è ritenuto uno dei fondatori della moderna letteratura armena. Nel romanzo storico Le ferite dell’Armenia, scritto nel 1840 e pubblicato postumo nel 1858, attraverso il racconto dai toni spiccatamente popolari, della rivolta contro il dominio persiano Abovian, celebra le virtù eroiche e la grandezza della nazione armena.


Viale Nalbandyan – Mikael Lazarevic Nalbandian, nato a Nor Nachicevan’ nel 1829 (morto a Kamysin nel 1866) fu una figura classica di rivoluzionario. Si spostò in Europa nei centri di maggior tensione politica e nei luoghi dell’emigrazione armena, dalla Turchia all’Italia. Arrestato nel 1862, fu incarcerato a Pietroburgo e liberato solo in punto di morte. Materialista pre-marxiano come filosofia (“Hegel e il suo tempo” 1863), sostenitore dell’indipendenza armena, è autore di alcuni romanzi come “A uno la parola, a un altro la fidanzata” (1858), “Interrogatorio dei morti” (1859), entrambi ispirati al realismo critico, e di raccolte liriche come “Libertà” (1859) che ebbero ampia popolarità per il loro pathos libertario. Validità attuale hanno ancora i suoi lavori di critica letteraria e di estetica: “Discorso sulla letteratura armena” (1854), “La critica” (1858).


Viale Khanjya – Aghasi Khanjvan è nato a Van, parte dell’impero ottomano, oggi Turchia orientale. Nel periodo del genocidio armeno la sua famiglia emigrò dalla città nel 1915 e si stabilì nell’Armenia russa. Nel 1917-19 fu uno degli organizzatori dello Spartak, l’unione studentesca marxista dell’Armenia. In seguito fu segretario del comitato segreto bolscevico armeno.


Aghasi Khanjvan


Nel 1920, Khanjian divenne Primo Segretario del Comitato della Città di Yerevan del Partito Comunista dell’Armenia e, nel 1930, il primo segretario del Partito Comunista Armeno. Dimostrò di essere un politico sovietico carismatico ed era molto popolare tra la popolazione armena. Era un amico e sostenitore di molti intellettuali armeni, tra cui Yeghishe Charents (che gli dedicò una poesia), Axel Bakunts e Gurgen Mahari. È l’unico dei vecchi tempi che ha un viale che porta il suo nome.

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