Letizia Leonardi (Yerevan) - Dopo anni di confini blindati riprendono i voli diretti tra Turchia e Armenia. Un primo passo importante fatto dalla diplomazia dei due Paesi, scaturito dall’incontro tenutosi il 14 gennaio a Mosca, fra i delegati di Ankara e Yerevan. Il 2 febbraio infatti decolleranno aerei che collegheranno la Turchia e l’Armenia. Ad annunciare la notizia è stato il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di Ankara. Si potrà quindi arrivare a Istanbul con un volo diretto, previsto tre volte alla settimana, da Yerevan e viceversa. Il comunicato del Ministero turco specifica che ci saranno sei voli diretti: tre saranno effettuati dalla compagnia turca Pegasus, altri tre da Fly One Armenia.Si tratta di un primo risultato, definito dal ministero degli Esteri turco, "positivo e costruttivo". Uno storico incontro tra delegati turchi e armeni, che avrà lo scopo di porre le basi per normalizzare i rapporti tra i due Paesi e per una significativa e auspicabile ripartenza nelle relazioni diplomatiche tra Ankara e Yerevan. La compagnia turca Pegasus Airlines opererà tre voli alla settimana dall'aeroporto Sabiha Gokcen di Istanbul alla capitale armena, Yerevan. Voli diretti dall'Armenia alla Turchia saranno gestiti dalla compagnia moldava FlyOne.
Dal 24 gennaio inoltre, l'Armenia potrà contare anche su un collegamento diretto con Erbil, la famosissima località turistica del Kurdistan Iracheno nel nord dell'Iraq.
Il negoziato in corso segue tentativi falliti negli ultimi 30 anni per tentare di normalizzare le relazioni diplomatiche, interrotte nel 1993 a causa del sostegno della Turchia all'Azerbaigian nella guerra contro l'Armenia per la regione contesa del Nagorno-Karabakh. La conquista di gran parte dei territori nell'area da parte di Baku con l'ultimo conflitto a fine 2020 ha modificato gli equilibri e creato le condizioni per un nuovo tentativo di riconciliazione tra Turchia e Armenia. L'iniziativa si colloca nell'ambito del processo di normalizzazione dei rapporti tra Ankara e Yerevan recentemente annunciato dalle autorità turche e armene.
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