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Immagine del redattoreLetizia Leonardi

Armenia - Pronto l'accordo con Baku ma gli armeni protestano


Letizia Leonardi (Assadakah News) - Il premier armeno Nikol Pashinyan ha annunciato che Yerevan è pronta a firmare l'accordo con Baku per delimitare i confini dei due Stati al fine di raggiungere una pace definitiva nella Regione. “Abbiamo recentemente - ha dichiarato il premier armeno - raggiunto un accordo con l’Azerbaijan per iniziare a delimitare i nostri confini interstatali sulla base della Dichiarazione di Alma-Ata del 1991. Verranno considerati i confini amministrativi tra l’Armenia sovietica e l’Azerbaijan sovietico, che, secondo la Dichiarazione di Alma-Ata, diventano confini statali. Un altro passo importante della nostra stabilità regionale è il progetto Crossroads of the World, avviato dal mio governo. Armenia e Azerbaijan ripristineranno e apriranno i trasporti e altre comunicazioni sotto la sovranità e la giurisdizione dei Paesi attraverso i quali passano, e in conformità con i principi di uguaglianza e reciprocità”.  Intervenendo al summit dell'Uee a Mosca, Nikol Pashinyan ha dichiarato che, in dieci anni, l'Unione economica eurasiatica è diventata una piattaforma importante per le economie dei Paesi che ne fanno parte, anche per il potenziamento delle infrastrutture. Intanto in Armenia le manifestazioni diventano sempre più numerose e partecipate. A Yerevan i cittadini chiedono le dimissioni del premier Pashinyan per i termini dell'accordo che prevedono cessioni di parti di territorio sovrano della Repubblica d'Armenia, a confine. Sanguina ancora la terribile ferita della perdita dell'Artsakh e gli armeni non sono disposti a perdere altre terre al nimico azero. A Yerevan sono stati arrestati alcuni dei manifestanti che hanno tentato di bloccare le strade del centro della città. A riferirlo è il movimento del Fronte nazionale che ha partecipato alla protesta. Il leader delle proteste, l'arcivescovo della diocesi di Tavush della Chiesa apostolica armena, Bagrat Galstanyan, ha invitato i manifestanti a bloccare la capitale, come avvenuto in occasione della Rivoluzione di velluto del 2018. La polizia armena ha annunciato l'arresto di 151 manifestanti che hanno protestato nella capitale Yerevan contro la decisione del governo di cedere territori, della regione di Tavush al vicino Azerbaijan nell'ambito dei negoziati di pace.

Si teme però che il dittatore Aliyev non si accontenti e che alzi la posta. In questo contesto si pongono gli accordi tra l'Armenia e la Francia. Parigi fornirà a Yerevan armi ma esclusivamente per scopi difensivi. Una decisione, quella di Macron, che non è piaciuta al governo di Baku. Il presidente azero Aliyev infatti ha dichiarato: "Se la quantità di armi consegnate all'Armenia da Parigi raggiungerà un punto critico, noi risponderemo. La nostra politica si basa sul diritto internazionale e sulla giustizia. Se oggi vediamo ancora una volta che i revanscisti alzano la testa in Armenia, che la Francia fornisce armi mortali all'Armenia, se vediamo che queste armi hanno raggiunto un livello critico, allora non permetteremo a nessuno di recarci offesa. Tutti sanno di cosa siamo capaci, di cosa è capace il nostro esercito e quanto è forte la nostra volontà. Nessuno può sconfiggerci". Il governo di Baku infatti accusa Francia, India e Grecia di armare Yerevan..








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