Assadakah News - Lettera aperta alla Senatrice Urania Giulia Papatheu (Forza Italia) la quale ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Roma, 14 gennaio 2022 – 10:33 “Lancio un appello a tutti i parlamentari, nazionali ed europei, affinché le provocazioni da parte dell’Armenia al confine di Stato con l’Azerbaigian non scatenino una escalation di violenze. Un silenzio, quello da parte del mondo politico ed anche della stampa, semplicemente assordante”. Lo afferma in una nota la senatrice di Forza Italia e vicepresidente della commissione Cultura all’interno della delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare dell’Iniziativa centro europea, Urania Papatheu. “Provocazioni che hanno portato alla morte di un giovane soldato dell’Azerbaigian, impegnato a fare solo il suo dovere. Ecco perché non possiamo permetterci un altro sanguinoso conflitto – continua la parlamentare di FI -. Naturalmente, sono molto onorata di fare parte del gruppo interparlamentare di amicizia con l’Azerbaigian, grazie al quale ho apprezzato gli sforzi delle autorità di Baku per arrivare ad un processo di pacificazione con l’Armenia”.
Di seguito, la lettera aperta:
“Senatrice Papatheu,
Con enorme dispiacere e immenso dolore leggo del Suo appello alla comunità internazionale, nonché a media e organizzazioni politiche, al riguardo delle cosiddette “provocazioni armene”: gli armeni non sono – né mai lo furono nel corso di ventotto secoli – istigatori, provocatori né carnefici… ma bensì le vittime di una storia che coinvolge tutta l’umanità. “L’assordante silenzio” (parole Sue), cui Lei fa accenno, non è quello nei confronti degli azeri ma è, invece, il silenzio assordante che da oltre cento anni avvolge e ignora la tragedia Armena. Il Suo intento a incitare il “mondo” verso un cammino di pace è sicuramente dettato da nobili intenzioni – nonostante il noto proverbio sulle buone intenzioni e le strade che con esse si lastricano – ma, nel contempo, temo che il Suo appello difetti anche di una prospettiva storica fondamentale per capire i problemi dell’Armenia e del suo popolo.
Qui occorre fare accenno rapidamente a due diverse catene di eventi: (A) Anatolia Armena; e (B) il caso Nagorno-Karabakh.
La prego di avere la pazienza di leggere i fatti qui sotto esposti in ordine cronologico, altrimenti alcuni eventi attuali – se tolti dal grande fiume della Storia – non si comprendono, restando invece avulsi dalla realtà attuale.
Armeni e Anatolia
1) Il popolo armeno si insediò in Anatolia nel VII secolo A.C. (attenzione, sì, ho detto proprio… Avanti Cristo); 2) I turchi invasero l’Anatolia armena nel XI secolo D.C. (cioè ben 18 secoli da quando gli armeni vi abitavano senza mai aver fatto guerra ad alcun popolo); 3) A partire dall’inizio del XX secolo gli armeni sono stati oggetto (da parte dei Turco-Ottomani) del genocidio più crudele e raccapricciante della storia dell’intera umanità. Ciò è sotto gli occhi di tutti e sono tutti fatti assolutamente innegabili e comprovati (incluso il libro con fotografie e testimonianze di Armin T. Wegner edito dalla Guerini e Associati); 4) Le comunità internazionali, inclusa ahimè l’Italia, hanno prima illuso e poi abbandonato gli armeni, tradendo la parola data. Anche qui si tratta di eventi storici e inconfutabili, ossia: a. Il 10 agosto 1920 il trattato di Sèvres (firmato dalle potenze vincitrici della prima guerra mondiale e dagli Ottomani) stabiliva la costituzione di un grande stato Armeno (più del doppio di quello attuale), nonché quello del Kurdistan, mentre l’impero Ottomano (Turchia) avrebbe avuto solo la metà occidentale dell’Anatolia. b. Il suddetto trattato, per debolezza e inerzia delle potenze Europee e degli USA non fu mai applicato, lasciando invece strada alla rivolta turca guidata da Mustafà Kemal Atatürk. Tutta la comunità internazionale, in quei tre anni di eccidi, chiuse gli occhi! c. Il 24 luglio del 1923 la Turchia (non più chiamata Impero Ottomano) firmò il trattato di Losanna che – di fatto – accoltellava alla schiena le promesse europee e americane fatte ad armeni e kurdi: fu costituita una piccola Armenia (quella attuale), niente terre ai kurdi, lasciando invece ai turchi territori che avevano sottratto agli armeni dopo averli derubati e sterminati. d. Tra l’altro, visto che il Suo nome è greco… sappia che nell’intervallo di tempo fra i due trattati, centinaia di migliaia di greci furono trucidati dai turchi mentre, quelli che poterono, fuggirono dai loro insediamenti secolari dell’Anatolia occidentale (sul Mar Egeo, per intenderci).
Armenia e il Nagorno-Karabakh
1) La storia di questa regione Caucasica è molto antica e complessa, per cui non se ne può fare un sunto in questa sede. Tuttavia, La invito a leggere anche la semplice pagina di Wikipedia (la più riassuntiva e lineare che si trovi in Internet) che le allego qui sotto; 2) Nel 1923 Stalin, odiatissimo sia da azeri che da armeni, decise che il Nagorno-Karabakh sarebbe stato parte dell’Azerbaijan nel suo personale disegno dei confini delle repubbliche Sovietiche, un po’ come fecero Inghilterra e Francia nel tracciare arbitrari confini in Medio Oriente dopo la disgregazione dell’impero Ottomano. Tuttavia, da sempre il Nagorno-Karabakh era armeno e abitato da etnie armene; 3) Il 20 febbraio 1988, il Consiglio Nazionale del Nagorno-Karabakh votò per rimanere con l’Armenia, staccandosi dall’Azerbaijan; 4) Il 27 febbraio 1988 si scatenò la caccia agli armeni da parte degli azeri che terminò con un massacro di un centinaio di persone (armene); 5) Il 30 agosto 1991, a seguito della disgregazione dell’URSS, l’Azerbaijan costituì la propria repubblica, decidendo unilateralmente, di abolire lo statuto autonomo del Karabakh; 6) Il 10 dicembre 1991 nacque la Repubblica del Nagorno-Karabakh (Artsakh), poi il 6 gennaio 1992 (dopo le elezioni locali) venne proclamata la Repubblica Artsaks e, infine, il 31 gennaio 1992 cominciarono i bombardamenti da parte degli azeri. 7) È quindi a partire dal gennaio 1992 che occorre risalire per inquadrare le recenti vicende: le prime ed estese provocazioni – anzi, veri e propri atti di guerra con i bombardamenti – sono stati intrapresi dall’Azerbaijan. Dunque, ancora una volta, come nel caso dell’Anatolia e dei turchi, gli armeni sono le vittime e non gli aggressori. Il perché è presto spiegato: I. Per la stragrande maggioranza, il Nagorno-Karabakh è popolato – come detto più sopra – da armeni, i quali sono cristiani; II. L’Azerbaijan è musulmano, come il suo alleato Turchia: per entrambi tali stati la distruzione del popolo armeno (cristiano) è tuttora la sacra missione finale per il controllo della regione Caucasica; III. L’Azerbaijan è tutto fuorché una democrazia: l’attuale presidente Ilham Aliyev, figlio del primo presidente Heydar Aliyev, il quale ha mantenuto il potere con la frode elettorale del 2003, è azionista maggioritario di tutte le banche, delle società di costruzioni e telecomunicazioni del paese, nonché delle compagnie energetiche (gas e petrolio) dell’Azerbaijan. Le sue fortune sono nascoste in paradisi fiscali, come ogni buon dittatore che si rispetti, in modo da poter sbeffeggiare e doppiamente danneggiare i propri cittadini (in questo caso dovrei dire sudditi… sic!); IV. Le vorrei anche segnalare che a Baku vi è il cosiddetto “parco dei trofei” ove si coltiva e si fa proliferare l’odio etnico contro gli Armeni; V. La Turchia è una dittatura pura e semplice (mi pare che anche il Presidente Draghi lo abbia pubblicamente detto senza alcuna remora) ed ha il secondo esercito più grande del mondo, mentre i cittadini di Erdoğan soffrono la fame.
Occorre guardare alla realtà, ossia la foto di oggi, nel contesto del film storico che dura da quasi tre millenni per comprendere la dannazione degli armeni! Azerbaijan e Turchia sono due stati oppressivi – mascherati da democrazie con elezioni pilotate e fasulle – il cui scopo ultimo è la cancellazione dell’Armenia e degli armeni dalla faccia del pianeta.
Viene il dubbio che Lei, forse, non sia al corrente del fatto che circa 40 km quadrati del territorio Armeno sono, a tutt’oggi, occupati dai militari dell’Azerbaijan. Quindi, parlare di “provocazioni armene” per scontri avvenuti tra armeni e soldati azeri posizionati all’interno (occupazione) del confine sovrano dell’Armenia è tanto falso quanto meschino. Non oso immaginare da quali fonti Lei abbia ricevuto le Sue informazioni. Tuttavia, le Sue affermazioni suonano più come un megafono propagandistico a favore di Baku, o dettato dalla politica espansionistica del duo Azerbaijan-Turchia, che quelle di un Membro del Gruppo Interparlamentare per l’amicizia dell’Azerbaijan di cui Lei fa parte. In effetti…stupisce, rattrista, preoccupa. Signora Papatheu, Lei che è nata in un Paese democratico come l’Italia, Lei Senatrice che rappresenta un partito di centro e moderato come Forza Italia, davvero pensa che dando, o contribuendo a dare, credibilità alle mire dittatoriali e filo-genocide dell’Azerbaijan e della famiglia Aliyev… sarebbe in linea con i princìpi e valori dell’umana convivenza democratica quali rispetto, verità e giustizia?
Davvero Lei non considera il rischio elevatissimo che questi Suoi appelli altro non faranno che legittimare la dittatura di Ilham Aliyev e le sue mire di eradicazione del popolo Armeno in buona compagnia con Racep Tayyip Erdoğan, fornendo inoltre informazioni errate e distorte ai Suoi elettori?
Le Sue insinuazioni sulle “provocazioni armene” stupiscono ancor di più, visto e considerato il Suo delicato ruolo di vicepresidente della Commissione Cultura all’interno della delegazione italiana presso l’Assemblea Parlamentare dell’Iniziativa Centro Europea. Ai miei tempi storia e cultura andavano a braccetto: conoscere la Storia faceva parte integrante della cultura. Forse oggi non più? Faccio fatica a crederlo…
Le allego qui, sotto la mia firma, una serie di links dove potrà trovare molte altre informazioni sulle questioni Armena e del Nagorno-Karabakh. Temo, purtroppo, che Lei non avrà il tempo e la pazienza di leggere questa, e nemmeno i contenuti degli articoli allegati. Se invece lo farà, avrà certamente modo di cogliere meglio “l’assordante silenzio” con cui noi europei, unitamente agli americani, da oltre un secolo ignoriamo la tragedia del primo popolo cristiano del pianeta. Grazie dell’attenzione e cordiali saluti”
Comments