Letizia Leonardi (Assadakah Yerevan News) - Nuovi attacchi al confine: l'Armenia accusa Azerbaijan. Colpi di mortaio, ieri, nella zona di Jermuk. Morti tre giovani soldati. Fino a quando Aliyev rimarrà impunito? Perché non scattano immediatamente le sanzioni nei confronti di questo Paese che attacca ripetutamente uno Stato sovrano, membro del Consiglio d'Europa? Continuano le provocazioni dopo l'aggressione su larga scala lanciata il 13 settembre scorso contro l'integrità territoriale della Repubblica d'Armenia. Questo nuovo attacco è avvenuto, tra l'altro, nel momento in cui si stava cercando di organizzare un incontro tra i ministri dei due Paesi interessati. È chiaro quindi che l'Azerbaijan non abbia alcuna volontà di giungere a un accordo ma solo di usurpare territori al pacifico popolo armeno. Una cosa inaccettabile. Non può passare il concetto che, basta avere del gas e del petrolio da vendere, per avere il lasciapassare a compiere qualunque invasione e violenza ai danni di un popolo pacifico di un Paese sovrano. Il ministero degli Esteri di Yerevan chiede alla comunità internazionale di fare pressione sulla leadership politico-militare dell'Azerbaijan e adottare misure efficaci e meccanismi appropriati per far osservare rigorosamente il cessate il fuoco e far ritirare gli azeri dai territori armeni occupati. Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha dichiarato che l'Azerbaijan ha effettuato nuovi attacchi alla sovranità e alla democrazia dell'Armenia. Anche il ministero della Difesa armeno ha accusato l'Azerbaijan di aver nuovamente sparato colpi di mortaio contro posizioni armene al confine, aggiungendo che tre soldati armeni sono stati uccisi. Immediata è arrivata la replica del suo omologo azero che sostiene che l'esercito di Baku è stato preso di mira dalle forze armate armene e ha confermato che un soldato azero è rimasto ferito. Una prassi consolidata, quella dell'Azerbaijan di accusare le vittime di essere aggressori. Questo ennesimo attacco, di ieri, con armi di grosso calibro, che ha violato gravemente il cessate il fuoco e che ha colpito in direzione orientale del confine armeno-azero, è oltremodo significativo e riprorevole perché è stato sferrato all'indomani dell'anniversario dell'inizio del conflitto del 27 settembre 2020, conflitto che ha provocato migliaia e migliaia di giovani vittime, tra soldati e civili armeni, e moltissimi ragazzi gravemente mutilati. Un giorno, quello dell'anniversario dell'inizio della guerra dei 44 giorni, che è stato soprattutto di raccoglimento e di doloroso silenzio.
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