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Immagine del redattoreLetizia Leonardi

Armenia - Intervengono Usa e Ue e l'Azerbaijan cessa gli attacchi


Letizia Leonardi (Assadakah Yerevan News) - L'attacco dell'Azerbaijan sul territorio sovrano dell'Armenia non sta passando completamente sotto silenzio come, probabilmente, il governo di Baku sperava. I media, costantemente impegnati con la guerra in Ucraina e con i funerali della regina Elisabetta, non trovano spazio per questa martoriata piccola Repubblica caucasica, simbolo della cristianità e membro del Consiglio Europeo. Tuttavia, singoli giornalisti e politici questa volta hanno rotto il silenzio. Grazie all'intervento soprattutto degli Stati Uniti e dell'Unione Europea si è arrivato ad un temporaneo cessate il fuoco. Il presidente della commissione per gli affari esteri del Bundestag tedesco Michael Roth ha condannato l'ultimo attacco dell'Azerbaijan ai territori dell'Armenia e ha auspicato un fattivo coinvolgimento dell'Unione Europea per una pace definitiva.


Ieri il segretario di Stato americano Antony J. Blinken si è sentito telefonicamente con il primo ministro armeno Nikol Pashinyan assicurando l'impegno ad aiutare l'Armenia e l'Azerbaijan a risolvere pacificamente i contrasti e ha espresso sentite condoglianze per le centinaia di vittime durante questi ultimi giorni di azioni militari. L'Ambasciatore Reeker, consigliere senior degli Stati Uniti e copresidente del Gruppo OSCE di Minsk, si è recato nella regione e ha poi incontrato i membri dell'OSCE. L'Ambasciatore Reeker ha anche parlato con il Presidente dell'Azerbaijan Ilham Aliyev.


Grace Napolitano, membro della Camera dei Rappresentanti per lo stato della California, è stata molto più incisiva nella condanna degli attacchi azeri e ha auspicato che gli Stati Uniti smettano di inviare aiuti militari all'Azerbaijan.

ll primo ministro armeno Nikol Pashinyan, che in questi giorni è oggetto di contestazioni da parte della popolazione che non si sente abbastanza tutelata, ha avuto una conversazione telefonica con il presidente dell'Iran Ebrahim Raisi. Il presidente iraniano ha affermato che una nuova guerra nella regione del Caucaso meridionale è inaccettabile, che l'Iran segue da vicino gli sviluppi, che tutti i conflitti nella regione devono essere risolti pacificamente, che la posizione dell'Iran sull'integrità territoriale degli Stati è chiara e che la sicurezza dell'Armenia per l'Iran è molto importante. Anche il presidente del Consiglio europeo Charles Michel è stato messo al corrente della grave situazione. Anche lui ha ribadito il fatto che non c'è alternativa alla pace e alla stabilità nella regione e ha espresso la disponibilità a compiere sforzi per prevenire un'ulteriore escalation dell'azione militare dell'Azerbaijan contro il territorio sovrano dell'Armenia.

Intanto ieri il presidente del parlamento armeno Alen Simonyan ha ricevuto il presidente dell'Assemblea legislativa di San Pietroburgo, Alexander Belsky, e la sua delegazione per metterli al corrente dei dettagli dell'ultimo attacco dell'Azerbaijan, delle violazioni del cessate il fuoco, dei bombardamenti delle postazioni armene e le numerose vittime sul campo. Hanno tutti convenuto che l'Azerbaijan sta cercando di raggiungere i suoi obiettivi espansionistici con la forza e ignora gli sforzi da parte armena per stabilire la pace nella regione. Alen Simonyan ha anche invitato i partner internazionali e gli alleati a fornire una risposta chiara e mirata alle azioni dell'Azerbaijan e ad adottare misure efficaci per sostenere gli sforzi dell'Armenia volti a prevenire aggressioni simili nel prossimo futuro. Il Consiglio comunale di Yerevan e l'Assemblea legislativa di San Pietroburgo hanno firmato un Memorandum of Understanding che consentirà di delineare nuovi vettori di collaborazione reciproca produttiva e costruttiva.

Nei prossimi giorni il presidente russo Vladimir Putin incontrerà il presidente azero Ilham Aliyev a Samarcanda, in Uzbekistan, in occasione del vertice dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (SCO) e discuteranno della situazione al confine armeno-azero.


Anche a Stepanakert, gli armeni dell'Artsakh hanno manifestato numerosi in piazza per rivendicare il loro diritto all'autodeterminazione e il rifiuto di entrare a far parte dell'Azerbaijan.

I rappresentanti della comunità armena negli Stati Uniti hanno invece tenuto una protesta davanti alle rappresentanze diplomatiche azere e turche a New York tenendo ben in vista le foto dei militari armeni uccisi durante la guerra del 2020. Gli americani-armeni hanno chiesto alle rappresentanze diplomatiche di stare al fianco dell'Armenia.

E, in sostegno dell'Armenia, la presidente della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, ha annunciato il suo prossimo viaggio in Armenia. Pelosi effettuerà la visita dopo la sua partecipazione al Vertice del G-7 a Berlino. Dovrebbe incontrare il primo ministro Nikol Pashinyan a Yerevan e altri funzionari del governo. L'attenzione, a livello internazionale, sui recenti attacchi all'Armenia e l'unanime condanna dell'Azerbaijan questa volta non si sono fatti attendere, seppur nel silenzio dei media. Speriamo che alle condanne e alle promesse di supporto seguano anche fatti concreti. Non deve passare il messaggio che per interessi economici, un Paese che ha gas e petrolio può permettersi di calpestare qualsiasi diritto e invadere territori di Paesi sovrani e pacifici.








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