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Armenia - I tesori del Matenadaran

Aggiornamento: 6 gen 2022


Talal Khrais, Yerevan - Nella nuova missione sul campo, in Armenia, punto di riferimento è il Matenadaran, museo nonché Istituto di Ricerca, che ospita la più grande collezione di manoscritti antichi armeni al mondo. Un luogo ricco di collezioni uniche, di calore inestimabile, fra i principali simboli della pur giovane Repubblica di Armenia.

Il nome, letteralmente "Mesrop Mashtots'i anvan hin dzeṙagreri institut", significa infatti “Istituto Mesrop Mashtots di manoscritti antichi”, che non sono solo in antica lingua armena, ma in altri idiomi.

L’Istituto si trova nella capitale, Yerevan, a uno degli estremi di un imponente viale che, come la Biblioteca, porta il nome di Mesrop Mashtots, considerato l’inventore dell'alfabeto armeno. Oltre 17mila manoscritti e 100mila documenti di archivio, medievali e moderni, che mantengono viva la memoria nazionale armena.

La storia del Matenadaran come lo conosciamo in senso moderno, risale al 405, anno in cui si diffuse l'alfabeto armeno grazie all'impulso del monaco Mesrop. Il Matenadaran fu anche saccheggiato, nel corso della storia, fino al 1804, la fu sempre in gradi di tornare a nuova luce, anche quando l'Armenia orientale venne annessa alla Russia.

Nel 1915, come risultato del genocidio armeno perpetrato dall'Impero ottomano, al Matenadaran affluirono molti manoscritti fin dalla città persiana di Tabriz.

Le collezioni furono arricchite da nuovi manoscritti dall’Istituto Lazarev di Lingue Orientali di Mosca e altri ancora da Tbilisi. Numerosi i codici in greco, latino, arabo, persiano, siriaco, ebraico, etiopico e le traduzioni armene di opere ormai perse di autori antichi, come la Cronaca di Eusebio di Cesarea o il Sulla natura di Zenone di Cizio. Instancabile l’opera di manutenzione non solo del Matenadaran, ma anche di altri luoghi che conservano antichi reperti storici, in particolare bel al di fuori dei confini nazionali, come il monastero dei padri Mekhitharists della Congregazione di San Lazzaro degli Armeni, sull’isola di San Lazzaro, a Venezia; il Patriarcato Armeno di Gerusalemme; il monastero Mechitarista di Vienna; il monastero di Bzommar in Libano; e il monastero di New Giulfa a Isfahan. Un patrimonio che spazia dalla storia, alla geografia, filosofia, grammatica, diritto, medicina, matematica, letteratura e miniature che, come già sottolineato, sono uniche al mondo.


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