Letizia Leonardi (Assadakah Yerevan News) - Sono ormai mesi e mesi che scriviamo, denunciamo, invitiamo la Comunità Internazionale a intervenire in aiuto degli armeni, chiediamo di sanzionare l'Azerbaijan ma nessuno si è mosso e il governo di Baku è andato avanti, non si è più fermato, si sente il padrone del mondo per il gas che vende all'Occidente. Le forze armate azere continuano impunite a compiere crimini di guerra. Fino a quando si può sopportare? Qual è il confine delle atrocità che si concede agli azeri di compiere contro gli armeni prima che il mondo intervenga? Già ha indignato e inorridito il video della donna soldato armena, presa prigioniera dagli azeri, violentata, torturata, mutilata e uccisa. Ma è di questi giorni la diffusione di un altro terribile video che è diventato virale e ha scosso la Comunità Internazionale. Ma questa volta non basta più la semplice indignazione, non sono più accettabili delle semplici condanne a parole. Adesso ci vogliono azioni concrete e dure. Occorrono punizioni esemplari e sanzioni immediate contro la dittatura di Baku.
L'esecuzione di sette prigionieri armeni, disarmati è stato un atto di pura barbarie che viola tutti i diritti umani. Speriamo che venga preso e processato per direttissima anche quell'azero che, invece di intervenire contro i criminali, ha filmato quelle orribili esecuzioni e ha messo in rete il video, quasi come fosse un vanto. Questo, che non è certamente un atto isolato, è l'ennesima prova dell'odio che nutrono gli azeri nei confronti degli armeni e se l'Occidente continuerà con il suo silenzio vigliacco, si macchierà di quello che diventerà un altro genocidio ai danni degli armeni. Gli azeri hanno provato a difendersi per questo atto con la solita, patetica storia di ciò che è successo a Khojaly, accusando genericamente gli armeni di essere gli autori di quei massacri. Ma le prove non sono mai state trovate. Questa volta l'indignazione ha gridato e deve gridare più forte di queste labili scusanti.
L’ambasciata Americana a Baku ha postato un twett nel quale si legge che “gli Stati Uniti sono profondamente turbati dalle recenti notizie di soldati azeri che giustiziano prigionieri armeni disarmati”. Persino la rappresentanza in Armenia del Regno Unito, fedele alleato dell’Azerbaijan, ovviamente per interessi petroliferi, si è sentito in dovere di condannare pubblicamente tale crimine.
In Italia i media, come spesso accade, hanno riportato i fatti con una narrazione a senso unico che confonde l'Armenia con il Nagorno Karabakh. Segno questo della poca attenzione dell'informazione italiana. Tuttavia è unanime la condanna di questi raccapriccianti e incivili atti di bestiale violenza. Ma se questo ultimo video servirà a far capire all'Occidente con chi sta stringendo accordi, allora queste vittime innocenti non saranno morte invano.
Intanto l'inviato dell'Unione europea per il Caucaso meridionale e la Georgia, Toivo Klaar, ha chiesto un'indagine su questi video e di punire gli autori per crimini di guerra. Ma lui chiede che si indaghi anche su altri presunti video che sembrerebbero di matrice armena nei quali soldati e civili armeni insultano i cadaveri di vittime azere. Il presidente francese Emmanuel Macron ha chiamato il suo omologo azero Ilham Aliyev invitandolo a rispettare l'integrità territoriale dell'Armenia e gli ha comunicato la disponibilità di Yerevan al dialogo per risolvere il conflitto tra i due Paesi.
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