Patrizia Boi (Assadakah News) - Durante i lavori per la costruzione del Viola Park, il nuovo centro sportivo della Fiorentina a Bagno a Ripoli, sono emerse scoperte archeologiche di notevole importanza, restituendo frammenti di vita che spaziano dall'età villanoviana all'epoca romana. Gli scavi, avvenuti su un'area di 26 ettari, hanno portato alla luce una fattoria romana, una strada e una necropoli composta da circa 170 tombe, utilizzata tra il I secolo a.C. e il V secolo d.C..
I particolari della scoperta sono stati illustrati il 18 novembre scorso presso il Media Center del Viola Park durante l'incontro dal titolo "A est di Florentia… nei campi della Fiorentina", con la presentazione degli scavi archeologici e dell'articolo speciale pubblicato sull'ultimo numero della rivista "Archeologia Viva" (Giunti Editore).
All'incontro sono intervenuti Alessandro Ferrari, general manager della Fiorentina, Catherine Commisso, Mediacom Group vice president administration, Marco Casamonti, architetto progettista del Viola Park, Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, Francesco Pignotti, sindaco di Bagno a Ripoli, Antonella Ranaldi, Soprintendente Archeologia, Piero Pruneti, direttore di "Archeologia Viva", e Pierluigi Giroldini, funzionario archeologo della Soprintendenza.
Un Insediamento Antico e la Necropoli
La zona di Bagno a Ripoli, dove oggi sorge il Viola Park, ha una lunga storia che inizia almeno dall'VIII secolo a.C., con una comunità villanoviana, predecessore della cultura etrusca.
Questa popolazione praticava l'incinerazione e deponeva le ceneri in semplici tombe a pozzetto con vasi di terracotta. Questi corredi funebri erano essenziali, composti principalmente da fibule in bronzo, dimostrando l'abilità nella lavorazione dei metalli.
La presenza villanoviana evidenzia la prima forma di insediamento organizzato vicino all'Arno, in una posizione protetta dalle piene del fiume.
Con il tempo, questa comunità si è evoluta in un insediamento etrusco, confermando una continuità abitativa fino all'epoca romana.
Durante l'età alto-imperiale (fine I secolo a.C. - II secolo d.C.), l'area divenne un centro agricolo di rilievo, con la costruzione di una fattoria e di una strada che collegava Bagno a Ripoli al Girone.
Intorno a questa strada si sviluppò una vasta necropoli utilizzata fino al V secolo d.C., che conteneva sia inumazioni sia cremazioni.
Questa presenza massiccia è attribuita alla fondazione della colonia romana di Florentia nel 50 a.C. e alla successiva centuriazione, ovvero la divisione delle terre ai veterani romani, che portò alla crescita demografica dell'area.
I Reperti - Vita Quotidiana e Culti Funerari
I ritrovamenti includono oggetti di uso quotidiano e accessori personali: lucerne rovesciate, specchi circolari e quadrangolari, spilloni e pettini in osso, oltre a balsamari in vetro per oli profumati. Spiccano anche giochi come dadi e pedine, segno della diffusione di attività ludiche. Fra i reperti più preziosi figurano orecchini d’oro, forse appartenuti a una giovane defunta.
Le attività archeologiche sul campo si sono concluse con la protezione delle strutture rinvenute e il loro riseppellimento, per consentire la conclusione dei lavori del centro sportivo ed evitando danneggiamenti ai resti antichi.
Il Futuro dei Reperti
La Fiorentina, in collaborazione con la Soprintendenza, sta lavorando al restauro dei reperti, parte dei quali saranno esposti in uno spazio dedicato all’interno del Viola Park, offrendo così ai visitatori uno sguardo diretto sul passato romano di Bagno a Ripoli.
La Soprintendenza Archeologica ha presentato una prima campagna di restauro degli oggetti trovati nelle tombe. Dopo mesi di paziente lavoro è stato, infatti, finalmente possibile veder tornare a nuova vita brocche, coppe, lucerne, ma soprattutto raffinati specchi, pettini decorati e anche alcuni balsamari di vetro, contenitori per oli profumati che hanno sfidato i secoli con tutta la loro fragilità.
Questa scoperta consente di conoscere le abitudini della popolazione del territorio di duemila anni fa, ma l'analisi dei resti ossei sarà un altro modo per fornire informazioni sugli usi funerari, l'età degli inumati, la loro alimentazione e la diffusione di patologie.
Fonti: Adnkronos; La Nazione; MeteoWeb; Ildenaro.it; Studia Rapido
Comments