I due sarcofagi etruschi recuperati in Umbria (immagine dal Web)
Patrizia Boi (Assadakah News) - In Umbria, vicino a Città della Pieve, sono state recuperate otto urne cinerarie e due sarcofagi etruschi risalenti al III secolo a.C., riconducibili alla prestigiosa gens Pulfna.
L'indagine, avviata lo scorso aprile dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, è partita dall'analisi di alcune fotografie che mostravano reperti circolanti nel mercato clandestino dell'arte. Nelle immagini si distinguevano numerose urne cinerarie tipiche della civiltà etrusca, come confermato da un professore dell'Università di Tor Vergata che ha collaborato alle indagini. Il pensiero dei Carabinieri e dei tecnici della Soprintendenza dell'Umbria che ha collaborato all’indagine è andato subito a un ritrovamento risalente al 2015 proprio a Città delle Pieve, dove un contadino aveva dichiarato di essersi imbattuto casualmente in un ipogeo etrusco mentre arava il terreno.
Grazie alla collaborazione tra i Carabinieri e la Soprintendenza dell'Umbria, nonché all'uso di droni e a una serie di intercettazioni e pedinamenti, sono stati individuati due sospetti con attrezzature per movimentare i reperti.
Gli inquirenti hanno ricollegato subito questo ritrovamento con un altro grande ritrovamento, in questo caso legale effettuato dagli archeologi, ossia quello dei bronzi di San Casciano e il loro santuario termale, dove si recavano moltissime famiglie gentilizie della zona oggi umbra.
Il comandante del Nucleo Tpc, il Generale Francesco Gargaro, ha commentato: «È una delle più importanti attività di recupero di manufatti etruschi. Gli scavi clandestini sono una piaga che colpisce la storia di una nazione e di un territorio, anche se sono diminuiti. L'ultimo di questi ritrovamenti è avvenuto il 14 ottobre, quando era imminente il trasferimento dal seminterrato dove erano custoditi a un altro luogo sconosciuto».
Le otto urne cinerarie e i due sarcofagi etruschi risalenti al III secolo a.C. recuperati a Città della Pieve sono realizzati principalmente in travertino bianco. Le urne presentano decorazioni in rilievo, spesso scene mitologiche o rituali funerari, e alcune mantengono tracce di pigmenti colorati e dettagli in foglia d'oro. Le figure scolpite sulle urne sono per lo più semi-reclinanti, una caratteristica tipica della cultura etrusca, che rappresentava il defunto nell’atto di banchettare, simbolo di status sociale e continuità con l’aldilà.
I sarcofagi, di cui uno contiene ancora uno scheletro, sono decorati con rilievi che raffigurano episodi della vita del defunto o immagini simboliche di protezione. Accanto ai sarcofagi è stato rinvenuto un ricchissimo corredo funerario composto da suppellettili, vasellame in ceramica e bronzo, specchi decorati con miti etruschi, e un balsamario contenente residui di unguenti profumati che dopo millenni ancora emanano il loro profumo.
Tra i corredi spiccano i quattro specchi in bronzo, uno dei quali decorato con la rappresentazione di Roma e della lupa che allatta Romolo.
«Il pensiero corre al mito della Fondazione di Roma, ma bisogna chiarire meglio con la pulitura dello specchio che è più antico della sepoltura, evidentemente era un oggetto di famiglia conservato e poi inserito nel corredo funebre», ha spiegato il capo del Dipartimento per la Tutela del patrimonio culturale del Mic, Luigi La Rocca.
Il generale Francesco Gargaro ha definito questo recupero «una delle più importanti attività di recupero di manufatti etruschi» sottolineando la gravità degli scavi clandestini che minacciano il patrimonio storico nazionale.
Il procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, ha elogiato il lavoro investigativo, sottolineando l'importanza di monitorare il web per individuare traffici illeciti di beni culturali, rivolgendo un plauso ai Carabinieri tutela patrimoni culturale per «aver avuto una grande attenzione al web attraverso cui vengono individuate le principali notizie di reato».
Ha poi spiegato che si tratta di «un risultato importante che evidenzia ancora una volta come quella zona dell'Umbria, in particolare tra Chiusi e Città della Pieve, sia stata uno degli stanziamenti più importanti». Inoltre, ha concluso che «Averli sottratti al mercato illegale, probabilmente estero perché nessuno in Italia avrebbe potuto comprare beni di questo tipo, è un risultato eccezionale».
I tecnici del ministero adesso procederanno al restauro dei reperti e alle indagini diagnostiche per avere più informazioni possibili. Poi le urne e i sarcofagi verranno riconsegnati ai musei del territorio di provenienza. Dopo il restauro, i reperti saranno esposti nei musei locali, restituendo così al pubblico una parte del patrimonio etrusco.
Fonti: Dire; Umbria 24; TGLA7; POP - Il Giornale Popolare; La Nazione
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