Patrizia Boi (Assadakah News) - A Mestre, in uno scantinato, è stata ritrovata una testa in marmo greco risalente al I secolo d.C., probabilmente appartenente a una statua raffigurante Diana o Afrodite. La dea è riconoscibile grazie all'acconciatura elaborata, utilizzata solo per figure divine nell'arte romana. Il ritrovamento iniziale risale agli anni ’50-’60 in Toscana, sarebbe avvenuto in un campo agricolo, ma non venne mai denunciato.
Diana e Afrodite sono due tra le più importanti divinità del pantheon classico, ma appartengono a tradizioni diverse con ruoli distinti.
Diana (Artemide in Grecia)
Origine e Ruolo: Diana è la dea romana della caccia, della natura selvaggia e della luna. Deriva dalla greca Artemide, figlia di Zeus e Latona, sorella gemella di Apollo.
Simboli: Associata all’arco, alle frecce e alla luna crescente. È spesso raffigurata con un cervo o cani da caccia.
Caratteristiche: Dea vergine, protettrice delle donne e dei parti, era anche vista come una divinità che proteggeva i confini tra natura e civiltà. Nel culto romano, Diana aveva un tempio importante sul colle Aventino e il suo culto era particolarmente diffuso tra gli schiavi e le donne.
Afrodite (Venere in Roma)
Origine e Ruolo: Afrodite è la dea greca dell’amore, della bellezza e del desiderio. Nella mitologia romana, viene identificata con Venere. La sua origine mitologica è controversa: secondo Omero, è figlia di Zeus e Dione; secondo Esiodo, è nata dalla spuma del mare dopo che il cielo, Urano, fu evirato da Crono.
Simboli: È spesso rappresentata con la conchiglia, il mirto, la colomba e il cigno.
Caratteristiche: Afrodite è associata sia all’amore carnale sia a quello spirituale. Era venerata in santuari e festival come l’Afrodisia, ed è spesso raffigurata nuda o semi-nuda, sottolineando la sua bellezza divina.
Differenze e Connessioni
Diana è legata alla sfera naturale e selvaggia, alla castità e al controllo di sé, mentre Afrodite rappresenta la bellezza, il desiderio e la passione.
In alcune interpretazioni, sono considerate complementari: Diana domina sugli istinti repressi, Afrodite su quelli espressi.
Entrambe le dee hanno avuto un’influenza duratura nell’arte, nella letteratura e nella cultura europea, riflettendo differenti aspetti dell’esperienza umana legati alla natura e all'amore.
Per quanto concerne la statua ritrovata, essa rappresenta la testa di una di queste due divinità.
Il Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale ha ricostruito i vari passaggi del manufatto, tutti legati alla ricettazione. Ora, dopo il sequestro, il reperto è entrato a far parte del Patrimonio dello Stato ed è stato consegnato ai Musei Archeologici di Venezia e della Laguna.
La direttrice Marianna Bressan ha sottolineato l'importanza di questa scoperta, mentre l'assessore alla Sicurezza, Elisabetta Pesce, ha elogiato l'operato dei Carabinieri con queste parole:
«Il Comune ringrazia il Comando locale del Nucleo specializzato nel ritrovamento e nella tutela del nostro patrimonio culturale per il lavoro svolto in questo particolare contesto, e per la consegna di un bene tanto importante. Una attività, quella dei carabinieri, spesso invisibile ma dai risultati come vediamo eccezionali; un lavoro e uno speciale comparto apprezzato a livello internazionale, dove non conosce eguali».
Questa operazione si inserisce nell'attività del Nucleo di Venezia, che gestisce una banca dati con oltre 7 milioni di beni culturali censiti, rendendo il reparto un'eccellenza nel panorama mondiale.
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