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Immagine del redattorePatrizia Boi

Archeologia - Presente e Futuro della Confederazione CIA

Patrizia Boi (Assadakah News) - Il 16 novembre scorso la Confederazione Italiana Archeologi (CIA) ha celebrato due decenni di impegno per la professione, tracciando un bilancio e delineando le sfide future, attraverso il Convegno "20 anni di CIA, 20 anni per l'archeologia - Dal Codice al Cantiere: base normativa, prospettive di sviluppo e crescita professionale", presso l'ex Cartiera Latina a Roma.


La Confederazione Italiana Archeologi (CIA), fondata nel novembre 2024, è la prima associazione professionale di archeologi costituitasi legalmente in Italia con 9 sedi regionali (Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto) e oltre 300 soci all’anno in tutto il territorio italiano.


L’attività dell’associazione è iniziata con lo scopo di voler rappresentare tutti gli archeologi operanti in Italia: da quelli ministeriali ai liberi professionisti, dagli studenti ai docenti o ricercatori universitari, dai titolari ai dipendenti delle imprese archeologiche.


La CIA ha creato una sua rete di collaborazioni con altre realtà associative anche in Europa e dal 2021 è rappresentata all’interno del’EAA (European Association of Archaeologists).


La missione della Confederazione, come ha affermato all’apertura dei lavori Angela Abbadessa, Presidente della CIA, «è far sì che dei professionisti competenti e soddisfatti riescano a lavorare in tutti i campi di applicazione della nostra professione, dal cantiere alla Pubblica amministrazione. L'obiettivo è fare dell'archeologia un posto migliore e più sicuro. È per questo che, nel 2004, è nata questa Associazione, dalla volontà di un gruppo di studenti universitari che hanno capito che solo insieme era possibile far crescere la nostra categoria».


Il convegno ha visto la partecipazione di esperti e rappresentanti istituzionali, tra cui la dott.ssa Elodia Zito del Ministero della Cultura e il Capitano Lorenzo Galizia del Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. Durante la giornata si è discusso dell’evoluzione normativa, con particolare attenzione alla Legge 110 del 2014, che ha finalmente riconosciuto l’Archeologia come professione regolamentata, e ai suoi decreti attuativi emanati nel 2019.

La giornata, a cui è seguita l’indomani l'Assemblea dei soci, ha fornito l'occasione per affrontare lo stato dell'arte della professione dell'Archeologo in Italia.


La Presidente ha precisato: «I primi dieci anni di vita della Confederazione sono stati dedicati proprio a questo, a far riconoscere la nostra come una professione regolamentata, protetta e tutelata. Ci siamo riusciti nel 2014 con l'emanazione della legge 110, ma abbiamo continuato a lavorare a questo scopo fino al 2019, quando finalmente sono stati emanati i decreti attuativi di quella legge, alla cui stesura abbiamo partecipato. Ma il lavoro non è finito: con la commissione nata dal DM 244 lavoriamo tutt'ora per rendere meglio applicabile la norma».


Sono dunque ancora tante le sfide e tanti i dibattiti che deve affrontare la professione dell’Archeologo e di cui la CIA si fa portavoce.


«Stiamo lavorando anche per dare maggiore autorevolezza alla nostra professione in tutti i campi, ad esempio nella realizzazione delle opere pubbliche, in cui l'Archeologia è chiamata a esprimersi in favore della tutela del Patrimonio archeologico, tutela garantita dalla nostra Costituzione e che quindi è fondamentale per lo sviluppo dell'Italia, allo stesso modo per cui sono fondamentali anche le opere pubbliche», ha affermato Angela Clara Infarinato, Vicepresidente di CIA.


Operando per lo più nei cantieri, ha proseguito la Vicepresidente, «siamo soggetti ai rischi che un cantiere ha in sé; quindi, stiamo lavorando anche per garantire la sicurezza sul posto di lavoro agli Archeologi, e la nostra tutela professionale e personale. A questo scopo abbiamo avviato anche una sorta di collaborazione con l'Inail per il riconoscimento dei rischi sul cantiere, degli adempimenti, ma anche delle difficoltà professionali legate alle malattie professionali».

Nonostante i progressi, il settore continua a essere caratterizzato da instabilità contrattuale e disparità di genere nei compensi. Il Vicepresidente Angela Clara Infarinato ha sottolineato l'importanza di una maggiore sicurezza nei cantieri, annunciando una collaborazione con l'Inail per il riconoscimento delle malattie professionali. Inoltre, il 30% degli archeologi ora lavora con contratti a tempo indeterminato, un miglioramento rispetto al 16% del 2014. Tuttavia, resta alto il numero di liberi professionisti, che rappresentano quasi il 59% del totale, riflettendo una professione ancora precaria per molti​.


L’incontro ha rappresentato un’opportunità per riflettere sul futuro: «La nostra professione è sempre più orientata verso la progettazione e le nuove tecnologie, essenziali per integrare la tutela del patrimonio archeologico con le necessità infrastrutturali del Paese», ha concluso Abbadessa​.


Fonti: La4News; Agenzia Nova; 9 Colonne; Opinione News

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