Talal Khrais - Lidar, droni, radar, magnetometri e altro stanno cambiando il modo in cui gli archeologi trovano e analizzano i reperti. Si possono individuare con esattezza posizione, dimensione e materiale dei reperti senza scavare, o tracciare schemi dei flussi migratori senza condurre analisi invasive sui corpi sepolti.
Un tempo gli archeologi che scavavano antiche rovine si basavano per lo più su documenti storici e fotografie aeree. Negli ultimi 15 anni droni, lidar, radar, magnetometri, tecnologie 3D e altro hanno cambiato radicalmente il modo di cercare reperti archeologici.
Grazie alle nuove tecnologie si scoprono sempre di più reperti archeologici, com’è avvenuto in occasione della scoperta di quattro antichi reperti a Verveteri. Erano pronte a salpare verso l'America, per finire nel mercato clandestino, ma grazie all'intervento della Guardia di Finanza, che nel 2019 le ha sequestrate a Cerveteri nel corso di un'operazione di contrasto al commercio illecito di materiale archeologico, quattro lastre etrusche di terracotta incredibilmente integre, dipinte con scene figurate mitologiche e rituali del tutto inedite, potranno essere restituite alla fruizione collettiva. E' la storia a lieto fine svelata inizio settimana a Palazzo Patrizi-Clementi di Roma dalla Sovrintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l'Etruria meridionale, in occasione della prima delle Giornate Europee dell'Archeologia 2022. Sottoposte a un restauro conservativo, oltre a indagini analitiche e tecniche, le lastre risalgono agli ultimi decenni del VI secolo a.C. e hanno rivelato fin da subito il loro straordinario valore storico e artistico, per la loro integrità, ma anche per il pregio della loro decorazione, dai colori vividi.
Affascinanti le storie che i reperti raccontano: dal combattimento tra Achille e Pentesilea, in cui la regina delle Amazzoni si lancia contro l'eroe greco che la sconfiggerà, a un'eroina armata di arco, impegnata in una gara di corsa contro un avversario biondo, che brandisce un ramo (forse la sfida tra la cacciatrice Atalanta e il suo futuro marito Melanione); e poi il messaggero degli dei Hermes, l'etrusco Turms, che scorta una donna in atto di svelarsi (forse parte di un quadro del giudizio di Paride); infine una coppia di aruspici al lavoro: sacerdoti etruschi esperti nell'interpretazione della volontà degli dei. Tutta la collezione troverà la sua definitiva collocazione nella rinnovata esposizione dell'Antiquarium di Pyrgi, che la Sovrintendenza sta allestendo negli spazi forniti dalla Regione Lazio all'interno del Castello di Santa Severa.
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