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Arabia Saudita - Riad discute il Piano di Trump

Immagine del redattore: Maddalena CelanoMaddalena Celano

Maddalena Celano (Assadakah News) - L’Arabia Saudita e le principali potenze arabe hanno tenuto un mini-vertice "informale" per contrastare il piano unilaterale del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che prevede lo svuotamento della Striscia di Gaza e il reinsediamento forzato della popolazione palestinese in Egitto e Giordania. La riunione, che ha visto la partecipazione dei leader del Golfo, dell’Egitto e della Giordania, rappresenta un segnale chiaro: il mondo arabo non accetterà passivamente lo smantellamento della causa palestinese.


Un Vertice "riservato" per una Risposta Unitaria

Il summit, tenutosi a Riad, è stato confermato dal governo saudita, che ha però mantenuto un profilo basso, evitando dichiarazioni ufficiali. Unico assente di rilievo il Sultanato dell’Oman, la cui posizione rimane incerta.

Nonostante la mancanza di una comunicazione ufficiale, il significato politico dell’incontro è evidente: l’Arabia Saudita e i suoi alleati stanno cercando un'alternativa al cosiddetto "Piano Trump", che punta a rimuovere definitivamente i palestinesi da Gaza. Questo progetto, oltre a essere una violazione del diritto internazionale, si inserisce in una lunga storia di tentativi coloniali di cancellare l’identità palestinese.


Il Rifiuto della Deportazione Palestinese

L’idea di spostare centinaia di migliaia di palestinesi in Egitto e Giordania è stata accolta con indignazione da tutto il mondo arabo. Il piano statunitense non solo rappresenterebbe un nuovo Nakba (la catastrofe palestinese del 1948), ma destabilizzerebbe anche i paesi vicini, scaricando su di loro il peso di una crisi umanitaria senza precedenti.

L’Egitto e la Giordania, che già ospitano milioni di rifugiati palestinesi, hanno respinto con forza qualsiasi ipotesi di reinsediamento forzato. La soluzione non è lo sfollamento della popolazione, ma il riconoscimento del diritto del popolo palestinese alla propria terra.


La Proposta Araba: Ricostruire Gaza, Non Svuotarla

Al summit di Riad si è discusso di un piano alternativo, sostenuto in particolare dall’Egitto, che prevede tre fasi:


1. Cessazione delle ostilità e fine del blocco su Gaza.


2. Ricostruzione dell’enclave palestinese con un massiccio piano di investimenti.


3. Transizione verso una leadership palestinese unitaria, con un ruolo centrale dell’Autorità Palestinese.


Il punto chiave è che la ricostruzione di Gaza deve avvenire senza il trasferimento forzato della popolazione. La continuità territoriale palestinese deve essere garantita, e la soluzione politica deve includere la creazione di uno Stato palestinese sovrano con Gerusalemme Est come capitale.


Arabia Saudita e il Ruolo del Golfo: Oltre la Normalizzazione con Israele

L’Arabia Saudita, guidata dal principe ereditario Mohammed bin Salman, sta cercando di bilanciare le sue relazioni con gli Stati Uniti e il suo ruolo di leader regionale. Il regno saudita ha chiarito che non ci sarà normalizzazione con Israele senza una soluzione equa per i palestinesi. Questa posizione rappresenta una sfida alle pressioni internazionali e dimostra che il mondo arabo, nonostante divisioni interne, riconosce la Palestina come una questione centrale.


Il Mondo Arabo Non Si Arrende

Il vertice di Riad è un segnale forte contro le politiche di deportazione e annessione promosse dagli Stati Uniti e da Israele. L’assenza di dichiarazioni ufficiali non deve trarre in inganno: dietro le porte chiuse si sta preparando una risposta strategica.

I popoli arabi hanno già assistito a troppi tradimenti della causa palestinese da parte delle potenze occidentali. Questa volta, però, la storia potrebbe prendere una direzione diversa: non più compromessi, non più spostamenti forzati, ma il diritto dei palestinesi a restare sulla loro terra.


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