Assadakah News - Il premier israeliano Benyamin Netanyahu torna a insistere sul progetto di totale controllo della Striscia di Gaza e della Cisgiordania, e dell’evacuazione forzata della popolazione palestinese, causando nuova tensione nei rapporti con il Regno di Arabia Saudita, decisamente contraria all’iniziativa, come tutti i Paesi arabi, specialmente in merito alla intromissione americana.
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Il punto cruciale è la proposta di creare uno Stato palestinese in territorio saudita, “data la vasta disponibilità di terre”, come affermato dal premier del governo sionista. Un nuovo allontanamento nella possibilità di normalizzazione dei rapporti bilaterali, che Riyadh ha affermato di voler portare avanti solo dopo la creazione di no Stato palestinese.
Il clima si fa teso mentre proseguono le operazioni per il rilascio degli ostaggi: Hamas ha consegnato, con alcune ore di ritardo, la lista dei tre uomini civili che saranno liberati nel quinto round di scambio di prigionieri. In cambio, Israele rilascerà 183 prigionieri palestinesi.
“C'era uno Stato palestinese, si chiamava Gaza, e cosa abbiamo ottenuto: il più grande massacro dall’Olocausto”, ha affermato Netanyahu, ribadendo che non potrà esserci pace finché Hamas resterà al potere. Il premier israeliano ha inoltre escluso qualsiasi accordo che metta in pericolo lo Stato di Israele, rispondendo indirettamente alla condizione saudita di riconoscere uno Stato palestinese in cambio della normalizzazione dei rapporti.
Nel contesto interno, il governo israeliano cerca di limitare le voci critiche: dopo aver ordinato di preparare un piano per i “trasferimenti volontari” dei palestinesi da Gaza, il ministro della Difesa, Yoav Gallant, ha ammonito funzionari e vertici militari dal criticare il piano americano.
Il precario cessate il fuoco continua a reggere con difficoltà. Hamas ha accusato Israele di non rispettare i termini dell’accordo, impedendo l’arrivo della quantità minima di aiuti umanitari prevista e bloccando l’ingresso di escavatori per la rimozione delle macerie. Una situazione che potrebbe avere conseguenze sul rilascio degli ostaggi ancora nelle mani della fazione islamica. Si attendono sviluppi anche sui negoziati per la seconda fase della tregua.
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