Assadakah News - Nella zona nord-occidentale dell'Arabia Saudita, esattamente a Harrat Khaybar, a nord di Madinah, si trova la grotta lavica più lunga del Paese, Umm Jirsan, che misura 1.500 metri di lunghezza, 45 di larghezza e massimo 12 di altezza. Nelle scorse settimane questa grotta è stata al centro dell'attenzione nazionale e internazionale, dopo che la Commissione per il patrimonio saudita ha annunciato la scoperta di tracce di un passato insediamento umano.
Questa rivelazione è emersa all'interno del progetto Green Arabian Peninsula, che mira a preservare e valorizzare la ricca storia nella Penisola arabica, grazie al lavoro del team di ricercatori sauditi e internazionali, tra questi scienziati provenienti da istituzioni prestigiose come l'Università King Saud e l'Istituto Max Planck in Germania, che hanno collaborato per portare alla luce i segreti nascosti di questa terra antica.
Nuove scoperte
Non è la prima volta che la zona attira l'interesse della comunità scientifica: in precedenza la Commissione per il patrimonio saudita aveva già rivelato l'esistenza di abitazioni in un antico lago fuori Tabuk, nelle regioni nord-occidentali del Paese, risalenti a circa 120mila anni fa. Tuttavia le nuove rivelazioni su Umm Jirsan, pubblicate sulla rivista PLOS One, segnano un traguardo significativo nella ricerca archeologica delle grotte dell'Arabia Saudita. Attraverso meticolosi scavi e indagini archeologiche, gli esperti hanno rintracciato antichi insediamenti umani risalenti al periodo Neolitico, fino all'Età del rame e del bronzo. Utilizzando sofisticate tecniche di datazione al carbonio-14 è stato possibile determinare con precisione l'antichità del sito. Inoltre sono stati rinvenuti reperti come ossa di animali risalenti a 4.100 anni a.C. e un teschio umano ancora più antico che risale a seimila anni prima di Cristo.
Preziose rivelazioni
Ciò che emerge da queste scoperte è un quadro vivido di un tempo lontano, quando l'ambiente, ora arido e desolato, era temperato e la vegetazione rigogliosa. Le prove raccolte includono resti di antichi insediamenti umani, con tracce di vita quotidiana come legno, tessuti e scene scolpite nella roccia che raffigurano la vita dei pastori e le loro mandrie.
Ma forse più affascinante è la testimonianza della ricca biodiversità che un tempo caratterizzava questa regione. L'analisi delle ossa rinvenute rivelano una varietà di animali che popolavano la zona, tra cui iene, cavalli, cammelli e cervi, insieme a una serie di animali domestici come mucche e asini.
Questi ritrovamenti offrono anche informazioni preziose sulla dieta e lo stile di vita degli antichi abitanti. L'analisi degli isotopi radioattivi nei resti umani suggerisce un cambiamento significativo nelle abitudini alimentari umane nel corso del tempo, passando da una dieta prevalentemente carnivora a una che includeva anche cereali e prodotti agricoli.
Le scoperte a Umm Jirsan gettano nuova luce sulla storia dell'Arabia Saudita, dimostrando il valore delle grotte come custodi dei segreti del passato e dei percorsi del magma vulcanico che attraversano il Paese. Queste ricerche aprono nuove prospettive per la comprensione della ricca storia e della cultura di questa regione straordinaria.
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