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Arabia Saudita - Imminente storico accordo con Israele

Assadakah News Agency - Un evento che di certo risolverebbe molte questioni ancora senza soluzione, ma che potrebbe anche danneggiare irreparabilmente il recente riavvicinamento fra Riyadh e Teheran, che ha lanciato l’allarme per ciò che un accordo del genere comporterebbe per i Palestinesi, ovvero una vera e propria “pugnalata alla schiena”.

Emerge dalle dichiarazioni dei leader presenti a New York per l'Assemblea Generale ONU, crocevia in queste ore della diplomazia mondiale: è sempre più vicino un accordo storico di pace tra Israele e Arabia Saudita - o quantomeno una “normalizzazione” dei rapporti.

La falsariga sembra quella degli “Accordi di Abramo” stipulati da Tel Aviv con Paesi arabi per lungo tempo ostili: come Emirati Arabi Uniti e Bahrein (13 agosto del 2020) e successivamente Marocco (10 dicembre del 2020), che si sono aggiunti a Egitto e Giordania con cui i rapporti sono normalizzati da tempo. Ne hanno discusso in un faccia a faccia bilaterale alla Casa Bianca il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il Presidente americano Joe Biden, il loro primo incontro da quando Netanyahu è tornato al potere e dopo mesi di tensioni tra l'amministrazione democratica americana e il governo israeliano a maggioranza ultraconservatrice, anche a causa della riforma giudiziaria israeliana, considerata una minaccia alla democrazia perché intacca la separazione dei poteri e i principi dello Stato di diritto.

"Sotto la sua guida, signor Presidente, possiamo forgiare una pace storica tra Israele e Arabia Saudita", ha detto Netanyahu all'inizio dell'incontro. Il primo ministro ha affermato che un patto del genere "farebbe fare molta strada in direzione della fine del conflitto arabo-israeliano" e "promuoverebbe una pace autentica tra Israele e i palestinesi".

Secondo una successiva dichiarazione della Casa Bianca, Biden ha sottolineato la "necessità di adottare misure immediate per migliorare la situazione economica e di sicurezza" dei palestinesi e "mantenere la fattibilità di una soluzione a due Stati". Ha infine "ribadito la sua preoccupazione per qualsiasi cambiamento fondamentale e non consensuale del sistema democratico di Israele". I due leader hanno concordato di incontrarsi di nuovo nel corso dell'anno a Washington.

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