Laila Khrais – Aprirà domani e terminerà il 27 ottobre, a Riyadh, capitale del Regno di Arabia Saudita, la 6° edizione di Future Investment Initiative, evento di richiamo mondiale che, dal 2017, richiama l’attenzione internazionale sui problemi e le priorità da affrontare a livello globale, soprattutto dell’Arabia Saudita, che come molti altri Paesi risente della crisi internazionale, dal punto di vista energetico, derivata dal conflitto in Ucraina. All’attenzione, non a caso, nuovi spazi di mercato nella regione e non solo.
A Riyad sono attesi oltre seimila delegato e circa 500 relatori, fra personalità di prima grandezza della finanza e della politica economica mondiale, magnati dell’industria, della finanza, analisti, Ceo e managing directors, e tecnici del settore. In evidenza c’è sicuramente la forza geopolitica dell'Arabia Saudita nonostante gli attuali rapporti con gli Stati Uniti, complicati dalla decisione dell'Opec+ di ridurre la produzione di petrolio di almeno due milioni e mezzo di barili al giorno.
La Future Investment Initiative (FII) è stata lanciata nel 2017 sul modello del World Economic Forum, da S.A. il principe ereditario e primo ministro Mohammed bin Salman, per ampliare il contributo saudita, oltre il solo petrolio.
Finita l'emergenza Covid, la FII di quest'anno arriva dopo diverse riprese, da parte del principe Mohammed, di riallacciare i rapporti con l'Occidente.
L'appuntamento di Riyadh, è incentrato sul tema “Investing in humanity: enabling a new global order” (Investir nell'umanità: rendere possibile un nuovo ordine globale). A riprova della maggiore attenzione riservata all'appuntamento, la registrazione di una numerosa delegazione dalla Cina. Lo ha sottolineato il Ceo di FII Institute, Richard Attias, aggiungendo che la Future Investment Initiative non è una conferenza sull'Arabia Saudita, ma piuttosto una conferenza internazionale che si svolge in Arabia Saudita, a dimostrazione che Riad e il regno stanno davvero diventando un hub globale.
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