Assadakah News Agency - L’ambasciatore internazionale di Pace, Hussein Ghamlouche, rivolge un nuovo appello alla comunità internazionale, partendo dalla situazione dei bambini nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, per abbracciare tutti quelli che sono coinvolti in situazioni di emergenza, conflitto, crisi: “Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni giorno nella Striscia di Gaza muoiono in media 400 bambini. Una intera generazione. E c’è da chiedersi che cosa ne sarà di quelli che riescono a sopravvivere, segnati per la vita. Nella Striscia di Gaza donne e bambini sono particolarmente colpiti dal disastro umanitario. Oltre 4mila giovanissimi sono già morti, e si ritiene che più di 1.500 siano sepolti sotto le macerie.
Ogni giorno subiscono bombardamenti, costantemente nella paura, manca cibo, acqua, elettricità, medicine e le ultime notizie parlano di mancanza di elettricità, senza la quale l’emergenza umanitaria rischia di trasformarsi in una catastrofe. Le famiglie di Gaza vivono in condizioni inimmaginabili, i rifugi di emergenza e i campi temporanei accolgono un numero di persone quattro volte superiore a quello per cui sono stati progettati, ed è ormai iniziato l’esodo verso i confini della Striscia. La situazione a Gaza è un disastro collettivo, i sistemi igienici distrutti fanno aumentare il rischio di malattie.
Oltre alla grave carenza d'acqua, anche l'assistenza medica è un problema, gli ospedali sono al collasso per il numero di feriti, malati e rifugiati. Secondo le ultime informazioni, a Gaza ci sarebbero oltre 50mila donne in stato di gravidanza, per le quali non è possibile fornire un'assistenza adeguata, e molti neonati si trovano nelle incubatrici degli ospedali, che stanno esaurendo il carburante per mantenere in funzione le macchine per l'ossigeno. Carburante ed elettricità sono essenziali per gli ospedali, la situazione diventa sempre più drammatica perché questi bambini possono sopravvivere solo pochi minuti senza elettricità. La violenza non è mai la soluzione, crea solo violenza maggiore.
E’ bene tenere presente che l’emergenza bambini non riguarda solo Gaza e la Cisgiordania. Nelle stesse condizioni si trovano intere famiglie in Sudan e nelle zone di confine con il Chad, in Darfur e Kordofan, e in tutto il Sahel e nel Corno d’Africa, nello Yemen ancora sottoposto a una situazione non certo pacificata, in Siria, Iraq, nel Kurdistan sottoposto a un'altra sorta di genocidio, in Armenia, e in Libia e Marocco, dove stanno affrontando le conseguenze di terribili calamità naturali, o in Ucraina, e in zone remote come il Myanmar dove i Rohinghya sono sottoposti a vera e propria pulizia etnica dell’indifferenza internazionale, e la lista è tristemente estesa. Basterebbe davvero una piccola parte delle risorse dedicate ad armamenti e conflitti, per risolvere situazioni umanitarie prima che sia troppo tardi”.
(Hussein Ghamlouche, ambasciatore internazionale di Pace)
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