Maddalena Celano (Assadakah News) - Il 2024 è stato un anno di crisi e resistenza, un anno in cui l’umanità ha visto orrori senza tregua ma ha anche dimostrato che, con la volontà collettiva, il cambiamento è possibile. Mentre le potenze globali continuano a investire nel complesso militare-industriale, milioni di persone in tutto il mondo hanno scelto di alzare la voce per la pace e la giustizia.
La Crescente Militarizzazione di Israele - Conseguenze Globali e Umanitarie
Secondo il Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), la quota di armi statunitensi nelle forniture militari di Israele è cresciuta dal 69% nel periodo 2019-2023 al 78% nel 2024. Questo incremento è sostenuto da pacchetti d'emergenza miliardari approvati oltre agli aiuti militari regolari da 3,8 miliardi di dollari all'anno, come previsto dall’accordo decennale del 2016.
Nel 2024, solo nei primi mesi, sono stati stanziati ulteriori 14,1 miliardi di dollari a febbraio e 2,5 miliardi a marzo per spedizioni di armi. Tra queste, missili avanzati per il sistema Iron Dome, bombe a guida di precisione e veicoli blindati, spesso impiegati in operazioni contro aree densamente popolate. Questa politica di sostegno illimitato alle forze armate israeliane si è tradotta in conseguenze devastanti per la popolazione civile palestinese, già martoriata da anni di occupazione e conflitto.
La Solidarietà Globale e le Voci della Speranza
Nonostante l’incessante violenza, il 2024 ha anche mostrato il lato migliore dell’umanità. Organizzazioni, movimenti e singoli individui si sono mobilitati in ogni angolo del pianeta per sostenere i diritti dei popoli oppressi, da Gaza al Sudan, dall’Amazzonia all’Afghanistan.
Il Genocidio Silenzioso a Gaza
A Gaza, il 2024 ha visto l’intensificarsi di un genocidio che il mondo non può più ignorare. Le operazioni militari indiscriminate hanno causato un aumento drammatico del numero di civili assassinati, tra cui un altissimo numero di bambini.
Intere famiglie sono state spazzate via da bombardamenti incessanti, e la distruzione di infrastrutture essenziali ha lasciato migliaia di persone senza riparo e assistenza sanitaria. L’orrore è stato amplificato dall’arrivo dell’inverno: centinaia di bambini sono morti di gelo nei rifugi di fortuna, privati di riscaldamento, cibo e medicine. Questo non è solo un fallimento della diplomazia internazionale, ma un crimine contro l’umanità che richiede una risposta immediata e decisa da parte della comunità globale.
Secondo Save the Children, in quasi 100 giorni di violenza, più di 10.000 bambini sono stati uccisi a causa di attacchi aerei e operazioni di terra israeliane nella Striscia di Gaza.
Inoltre, l'UNICEF ha riportato che, negli ultimi giorni dell'anno, almeno undici bambini sono stati uccisi in attacchi, e quattro neonati sono morti per ipotermia a causa delle rigide condizioni invernali e della mancanza di ripari adeguati.
Questi dati evidenziano una crisi umanitaria di proporzioni devastanti, con i bambini che continuano a pagare il prezzo più alto in questo conflitto.
A Gaza, la solidarietà internazionale ha fatto la differenza
Camion carichi di aiuti umanitari sono arrivati grazie agli sforzi di movimenti come Avaaz, che hanno anche amplificato le denunce di genocidio presentate dal Sudafrica contro Israele alla Corte Internazionale di Giustizia. Una petizione con oltre 900mila firme ha spinto governi e istituzioni a intervenire, portando persino all'emissione di un mandato d'arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Iniziative dal basso, come gli “incontri per la libertà” nelle case e nelle scuole palestinesi, stanno gettando le basi per un futuro di autodeterminazione. Attraverso lo Statuto della Libertà per la Palestina, i cittadini stanno immaginando un nuovo movimento civico, dimostrando che la resistenza può assumere forme creative e pacifiche.
Il Dramma del Sudan e la Forza della Documentazione
Il conflitto in Sudan ha portato un'ondata di atrocità contro i civili, ma il lavoro incessante di attivisti e organizzazioni ha fatto luce su queste violenze. Grazie a immagini satellitari e testimonianze oculari, le indagini su crimini di guerra hanno spinto la comunità internazionale a imporre sanzioni contro i signori della guerra e a promuovere interventi diplomatici per il cessate il fuoco.
Verso il 2025 - Immaginare un Futuro Diverso
L’inizio del 2025 ci invita a riflettere su quanto fatto e su quanto ancora c’è da fare. Non possiamo ignorare la crescente militarizzazione e il dilagare dei conflitti, ma possiamo continuare a credere che la mobilitazione collettiva sia la chiave per costruire un mondo migliore.
Ogni voce alzata per Gaza, per il Sudan, per le foreste dell’Amazzonia o per le donne afghane è un tassello del mosaico di speranza che può cambiare il corso della storia. La pace non è un’utopia, ma una possibilità concreta, se scegliamo di lottare insieme per realizzarla.
Il nostro futuro dipende dalle scelte che faremo oggi. Facciamo in modo che il 2025 sia l'anno in cui la pace non sia solo un sogno, ma una realtà condivisa.
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