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Ankara - Storica visita del presidente Al-Sisi

Chiara Cavalieri* - La visita del Presidente egiziano Abdel-Fattah El-Sisi ad Ankara, dopo un intervallo di 12 anni, rappresenta un significativo passo verso il rafforzamento delle relazioni tra Egitto e Turchia. Questo incontro è particolarmente rilevante nel contesto geopolitico attuale, in cui sia l'Egitto sia la Turchia stanno cercando di espandere la loro influenza nella regione. Inoltre, la volontà della Turchia di entrare a far parte del gruppo BRICS, insieme all'invito del presidente Recep Tayyip Erdogan a partecipare al prossimo vertice del gruppo in Russia, segna un'importante evoluzione nelle ambizioni diplomatiche della nazione.

“Sono molto soddisfatto della mia prima visita nella Repubblica di Turchia e dell'incontro con Sua Eccellenza il Presidente Recep Tayyip Erdogan, in quanto i nostri due antichi Paesi hanno legami storici e popolari profondamente radicati e forti relazioni politiche sin dall'istituzione della Repubblica turca da parte del leader fondatore Mustafa Kemal Ataturk. Forse la mia visita di oggi, e prima ancora la visita di Sua Eccellenza il Presidente Erdogan al Cairo, riflette la volontà comune di avviare una nuova fase di amicizia e cooperazione tra Egitto e Turchia, sulla base del loro ruolo centrale nel contesto regionale e internazionale, e di soddisfare le aspirazioni e le ambizioni dei nostri due popoli fratelli".

La visita di El-Sisi ha segnato un momento di svolta nelle relazioni turco-egiziane, storicamente caratterizzate da tensioni politiche e ideologiche ( le dichiarazioni del Presidente Erdoğan su El Sisi, sono state ingiuriose nel corso degli anni). Entrambi i leader hanno espresso l'intenzione di lavorare insieme per sviluppare cooperazione su vari fronti, inclusi commercio, sicurezza e investimenti, turismo.

Le parti hanno discusso inoltre di questioni regionali e globali, con particolare riferimento alla situazione nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania.

 Secondo quanto riferiscono i media turchi, durante la visita sono stati firmati 20 accordi, alcuni dei quali nei settori dell’energia e della difesa. Tra gli obiettivi della firma degli accordi vi è l’aumento degli scambi commerciali dai 10 miliardi di dollari attuali a 15 miliari di dollari nella prima fase.

Si presentano anche opportunità per il Cairo e Ankara di gestire congiuntamente diverse questioni, tra cui quelle relative ai prigionieri e ai detenuti e all'ingresso degli aiuti umanitari. Inoltre, le prospettive allineate del Cairo e di Ankara nell'opporsi all'occupazione israeliana della Striscia di Gaza e l'imperativo di raggiungere la riconciliazione come prerequisito per riprendere il processo di pace in Medio Oriente, possono fungere da significativo sostegno per le iniziative egiziane riguardanti la causa palestinese all'interno dei circoli politici occidentali, data l'appartenenza di Ankara alla NATO, i legami strategici con gli Stati Uniti (il principale garante globale del processo di pace in Medio Oriente) e le linee di comunicazione aperte con tutte le fazioni palestinesi. Inoltre, gli ampi rischi per la sicurezza derivanti dall'escalation del conflitto e dalla sua evoluzione in un confronto regionale globale, insieme alla congiuntura critica nelle relazioni dei due paesi con Israele, li spingono a impegnarsi nel coordinamento regionale e ad affrontare congiuntamente le minacce condivise.

Parallelamente alla visita ad Ankara, la Turchia ha confermato l’intenzione di entrare a far parte del gruppo BRICS, con Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. Questo gruppo rappresenta circa il 42% della popolazione mondiale e il 27% dell'economia globale, evidenziando l’importanza strategica dell'appartenenza a tale alleanza. Erdogan ha accettato l'invito del governo russo a partecipare al prossimo vertice BRICS, che si terrà dal 22 al 24 ottobre nella città di Kazan, in Russia. Questa partecipazione si inserisce in un contesto più ampio di riforma delle istituzioni finanziarie internazionali e di ricerca di nuove alleanze economiche, soprattutto in un periodo in cui la Turchia cerca di diversificare i propri legami commerciali e ridurre la dipendenza da partner occidentali.

(*Presidente Associazione Italo-Egiziana Eridanus)

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