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Amnesty - “A Gaza è genocidio”, ma non per Tajani…

Assadakah News - La segretaria generale di Amnesty International, Agnès Callamard, espone le conclusioni del rapporto divulgato dalla organizzazione, dopo oltre un anno di guerra scatenata dal governo sionista israeliano: “Dovrebbe "servire da campanello d'allarme alla comunità internazionale. Abbiamo esaminato in modo capillare tutto ciò che doveva essere preso in considerazione, e alla fine l’unica conclusione ragionevole che si poteva trarre è che Israele intende portare a termine un vero e proprio genocidio, una radicale pulizia etnica, da condurre parallelamente alle operazioni militari. Potrebbe riuscirci, oltre a cancellare Hamas, su questo non esistono dubbi. Se si sostiene la Corte Penale Internazionale contro il presidente russo Putin, allora si deve sostenere la stessa contro il primo ministro israeliano Netanyahu. Sulla giustizia non è possibile ragionare con un doppio standard, proprio per preservare un'unica giustizia. E non solo per i palestinesi di Gaza, ma anche perché questo è ciò che rimane dell’ordine basato sulle regole, per altro sottoscritte di comune accordi dai Paesi membri dello Statuto di Roma. I nostri risultati schiaccianti devono servire da campanello d'allarme per la comunità internazionale: questo è un genocidio che deve finire adesso", ha affermato. Dall'attacco senza precedenti di Hamas, che ha innescato la guerra in corso nella Striscia di Gaza il 7 ottobre 2023, Israele ha difeso la sua offensiva con il desiderio di sradicare il movimento islamista”.

Il rapporto di 300 pagine cita l'esempio di 15 attacchi aerei effettuati tra il 7 ottobre 2023 e il 20 aprile 2024, che avrebbero ucciso 334 civili tra cui 141 bambini, e per i quali l'organizzazione non ha trovato prove che fossero diretti verso obiettivi militari. Dall'inizio della guerra, a Gaza sono morte almeno 44.532 persone, in maggioranza civili, secondo i dati del Ministero della Sanità di Hamas per Gaza, ritenuti attendibili dall'ONU. Mese dopo mese Israele ha trattato i palestinesi di Gaza come subumani, indegni del rispetto dei diritti umani e della dignità, dimostrando l’intenzione distruggerli fisicamente".

Non è così per il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il quale si oppone al considerare crimine di guerra gli oltre 45mila morti e le decine di migliaia di feriti, traumatizzati e sfollati: “Determinare se una situazione costituisca genocidio è compito del diritto internazionale, non è un'opinione. Secondo il ministro, sebbene la portata delle uccisioni e della distruzione perpetrate da Israele a Gaza abbia raggiunto proporzioni orribili e debba essere fermata immediatamente, non si può ritenere che gli eventi rispondano alla definizione di genocidio come stabilito dalla Convenzione su prevenzione e punizione del crimine di genocidio. Posso non essere d'accordo con quello che fa l'esercito israeliano: è ora di fermarsi, è ora di arrivare al cessate-il-fuoco, ma non si tratta di genocidio. I presupposti del genocidio sono la predeterminazione e la decisione"...che quindi non caratterizzarebbero il massacro perpetrato da Israele...Di fronte ad affermazioni del genere, ogni commento è superfluo.

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