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Ambasciatore Ghamlouche - “Non appesantite ancora il Libano”

Assadakah News Agency - L’ambasciatore internazionale di Pace e Buona Volontà, Hussein Ghamlouche, interviene sul caso suscitato dalla votazione, da parte del Parlamento Europeo, di un provvedimento che costringerebbe il Libano a mantenere entro i propri confini circa due milioni di profughi siriani, fuoriusciti dal proprio Paese durante gli anni della guerra civile, anziché provvedere al loro rimpatrio, ora che il territorio siriano è in sicurezza per oltre l’80% della propria estensione.

Ghamlouche ha dichiarato: “E’ una situazione difficile, questo è evidente, ma la decisione del Parlamento UE non fa che aggravare una situazione già al limite. Certo bisogna tenere presente che i fuoriusciti siriani, sono fuggiti da un conflitto drammatico, e si sono ritrovati nel confinante Libano senza possedere nulla. I libanesi, com’è loro carattere, hanno accolto i profughi, conoscendo ciò che stava avvenendo in Siria, rendendosi ancora una volta disponibili, e hanno dato prova di grande umanità, come già avvenuto in passato, con fuoriusciti armeni, palestinesi, e di diversi altri Paesi in situazioni di emergenza, ma questa volta nell’emergenza è proprio il Libano.

Il Paese è ancora dominato da una classe politica che non conosce la realtà e non pare in grado di nominare un presidente della Repubblica, ora che il mandato di Michel Aoun è scaduto, inoltre è ben evidente che il Paese stia attraversando una grave crisi economica, dalla quale sembra difficile uscire senza le necessarie riforme, e la popolazione sta ancora assorbendo il contraccolpo della devastante esplosione al porto di Beirut dell’agosto 2020.

Per l’economia libanese sarebbe fatale farsi carico di oltre due milioni di profughi siriani, quando almeno la metà delle famiglie libanesi, su una popolazione di 4 milioni, si trovano sul limite della condizione di povertà. Il Parlamento Europeo ben conosce le condizioni attuali del Libano, e non si spiega quindi questo ultimo provvedimento, che ai fatti è inattuabile anche volendo, perché non sarebbe giusto e onesto caricare ancora, con altre responsabilità, le spalle della popolazione libanese, che sta cercando di riguadagnare un futuro degno di essere vissuto".


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