Redazione - Nell’ambito della missione della Stampa Estera di Roma nella splendida cornice della Basilicata, a Matera, Potenza, e zone circostanti, per la valorizzazione del turismo come risorsa non solo paesaggistica ma anche culturale, un posto particolare occupa l’iniziativa del sindaco di Aliano, Luigi di Lorenzo, che candida il paese a Capitale della Cultura Italiana per il 2024, presentando l’alto valore che il territorio conserva come luogo natale dello scrittore, nonché medico e pittore, Carlo Levi (1902-1975).
Aliano è un piccolo comune di circa mille abitanti, in provincia di Matera, il cui nome è noto per essere stato l’ambientazione del film di Francesco Rosi, ispirato al romanzo “Cristo si è fermato a Eboli” del 1945, e dove lo stesso Levi trascorse il periodo del confino e vi si fece poi seppellire. Non solo: Aliano è stato sfondo anche per “Basilicata coast-to-coast” di Rocco Papaleo e “Moschettieri del Re: penultima missione” di Giovanni Veronesi.
Sorge sulla sommità di una collina prevalentemente argillosa della Valle di Agri, attraversata dal torrente Sauro, e caratterizzata dai cosiddetti “calanchi”, tipici avvallamenti generati dalla erosione delle rocce. Il nome deriva da Praedium Allianum, che negli antichi documenti corrisponde alla terra privata del ricco possidente romano Allius, e fu da subito centro attivo di scambi commerciali, a contatto con la civiltà etrusca ed ellenica, come attesta la necropoli risalente al 5° secolo a.C. e le tracce di insediamenti rurali, e i reperti conservati al museo della Siritide di Policoro. Altre testimonianze risalgono al primo medioevo, con una Bolla Papale che assegna l’amministrazione del paese alla sede vescovile di Tricarico, e poi con la presenza di atti ufficiali delle famiglie Carafa, Sanseverino e Colonna, ma è storicamente provato che le diverse grotte della zona di San Lorenzo fossero abitate già in epoca neolitica, oltre che avere dato rifugio ai sopravvissuti alle persecuzioni iconoclaste d’Oriente.
Le testimonianze storiche di epoche passate si possono osservare in diversi monumenti, come San Luigi Gonzaga del 17° secolo, con la statua lignea della Madonna con Bambino, grandi tele dipinte, l’altare barocco, o la Chiesa di San Giacomo Maggiore. Da non mancare il Museo Storico Carlo Levi, in cui sono conservati documenti fotografici e pittorici dell'artista, oltre alle diverse iniziative del Parco Letterario Carlo Levi, e il Premio Letterario Nazionale Carlo Levi. Di antica tradizione i festeggiamenti per il Carnevale, con le tradizionali “maschere cornute".
Assadakah News lancia a sua volta l’iniziativa si fare incontrare simbolicamente il piccolo grande mondo di Carlo Levi con quello di Khalil Gibran, in un gemellaggio con il paese libanese che ha dato i natali al grande scrittore, autore di opere indimenticabili come “Massime Spirituali” e “Il Profeta”. Bsharre, centro di circa 20 000 abitanti, capoluogo del distretto omonimo, si trova nel nord del Paese dei Cedri, ai confini della valle di Qadisha, a circa 110 km da Beirut, a un'altitudine di oltre 1.500 metri, dove per altro si possono contemplare i secolari alberi che sono simbolo nazionale, e patrimonio mondiale dell’Unesco.
In città, da ricordare il Museo di Gibran, che contiene anche la tomba del grande artista, ed espone diverse tele originali, oltre ad antiche vestigia di epoca fenicia e il monastero maronita di Deir Mar Elisha (Sant’Eliseo). Il vicino sito della Holy Kadisha Valley ospita alcune delle più antiche comunità monastiche cristiane del Medio Oriente. Vera eredità della cristianità maronita in Medio Oriente, la città possiede anche la cattedrale più grande della regione, la Cattedrale di Santa Saba, fatta costruire da Antonio II Pietro Arida. Bsharri è talvolta chiamata "la città delle chiese" poiché ne comprende circa 37, a cominciare da quelle del 7° secolo, e poi quando la Valle di Kadisha divenne centro spirituale della Chiesa maronita.
Il nome Bsharri (Beth Shareer) risale all’aramaico antico, che nella regione era parlato fino al 19° secolo, e significa “Casa della Verità”. I primi abitanti erano riuniti in gruppi tribali, e oggi sono noti in tutta la regione settentrionale per ospitalità e patriottismo, e oltre al celebre scrittore Khalil Gibran, dalla valle di Kadisha provengono molto nomi noti in Libano.
Numerose e celebri per folklore, le molte feste religiose e commemorazioni che attirano migliaia di persone dai paesi vicini, anche per le note stazioni sciistiche dei dintorni.
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