Assadakah News Agency - Il 22 marzo si è tenuto il Consiglio di Sicurezza ONU per votare la Risoluzione sulla tregua nella Striscia di Gaza, che non è passata nonostante 11 voti a favore contro 3 contrari, a causa del veto posto da Russia e Cina. Il terzo parere negativo è stato espresso dall’Algeria, che spiega tale scelta per il fatto che il testo della Risoluzione chiede una tregua, la restituzione degli ostaggi e l’apertura dei valichi per emergenza umanitaria, m a non accenna ad alcuna condanna per gli indiscriminati massacri della popolazione palestinese da parte di Israele, tanto meno contiene qualche menzione sulle intenzioni israeliane di effettuare operazioni massicce di terra contro Rafah, nel sed della Striscia, al confine con l’Egitto.
Una Risoluzione formulata in tale forma, consentirebbe infatti a Israele di acconsentire a una tregua che non porterebbe a nulla di concreto, e a una eventuale ripresa delle operazioni militari contro la Striscia di Gaza fino all’annientamento della popolazione palestinese, che ha già pagato un tributo di oltre 32mila morti, 72mila feriti, centinaia di migliaia di sfollati e una situazione umanitaria senza precedenti.
L’Algeria motiva quindi il voto contrario allineandosi alle considerazioni di Mosca e Pechino: se la Risoluzione fosse passata ai voti, darebbe a Israele il via libera per l’invasione di Rafah e significherebbe una vera e propria vergogna internazionale che non si può permettere, considerando anche il fatto che avrebbe fatto apparire il Consiglio di Sicurezza come uno strumento maneggiato da Washington per una politica unilaterale in Medio Oriente.
L’ambasciatore russo all’ONU, Vassily Nebenzia, è stato ancora più diretto: “Per sei mesi il Consiglio di Sicurezza è stato incapace di chiedere un cessate il fuoco a causa del ripetuto veto degli USA, e ora con la Striscia praticamente spazzata via, gli Stati Uniti chiedono un cessate il fuoco?".
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