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Algeria - La dignità di un popolo sovrano che non si piega


Il presidente della Repubblica Algerina Abdelmadjid Tebboune
Il presidente della Repubblica Algerina Abdelmadjid Tebboune

Maddalena Celano (Assadakah News) - In un mondo segnato da neocolonialismi striscianti e da continue ingerenze mascherate da “cooperazione”, la Repubblica Popolare Democratica di Algeria ha dato al mondo una lezione esemplare di sovranità e dignità nazionale. Il 14 aprile 2025, il governo algerino ha deciso di dichiarare persona non grata dodici funzionari francesi operanti presso l’Ambasciata e i Consolati di Francia in Algeria, imponendo loro di lasciare il paese entro 48 ore.

Una scelta forte, netta, senza ambiguità. Una risposta necessaria e proporzionata all'umiliazione inflitta da Parigi l’8 aprile, quando un agente consolare algerino, regolarmente accreditato in Francia, è stato arrestato in pubblico in modo spettacolare, senza riguardo per il suo status diplomatico. Un atto grave, che calpesta le convenzioni internazionali, le regole della diplomazia e, soprattutto, il rispetto tra Stati sovrani.


La Sovranità non è un’opinione, è un diritto


L’arroganza del Ministero dell’Interno francese, che ha agito in maniera provocatoria e disonorevole, dimostra quanto ancora persistano in Europa i riflessi di una mentalità coloniale mai del tutto superata. Trattare un rappresentante dello Stato algerino come un comune criminale, significa negare in radice il principio stesso della diplomazia. Ma significa anche una cosa più profonda e inquietante: rifiutare, nel proprio inconscio politico, l’idea che l’Algeria sia una nazione pienamente indipendente e degna di rispetto.

L’Algeria ha reagito come si conviene a una nazione libera: con fierezza. Ha rifiutato di inginocchiarsi. Ha scelto la via del diritto e della fermezza. In un’epoca in cui molti paesi si piegano alle pressioni esterne, l’Algeria alza la testa e afferma il suo posto nel mondo con voce chiara.


Memoria anticoloniale e presente coerente


Non dimentichiamo: l’Algeria ha pagato un prezzo altissimo per la sua indipendenza. Un milione e mezzo di morti. Un popolo intero in lotta per la libertà, contro l’occupazione coloniale francese che per oltre un secolo ha devastato terre, culture e dignità. Oggi, ogni atto di ingerenza è percepito non come un semplice errore diplomatico, ma come una ferita che riapre antiche cicatrici.

La decisione di espellere i dodici funzionari francesi non è un gesto isolato. È il segnale di un risveglio. È la riaffermazione di una linea rossa invalicabile: il rispetto per la sovranità, l’inviolabilità dello Stato, la parità tra le nazioni.


Un esempio per l’Africa e per il Sud Globale


L’azione dell’Algeria è anche un segnale di incoraggiamento per l’intero continente africano e per i paesi del Sud Globale. Troppo spesso, le ex potenze coloniali si comportano ancora come padroni nei territori che hanno dominato in passato, imponendo condizioni, dettando priorità, umiliando i popoli.

L’Algeria dimostra che un’altra via è possibile: quella della dignità, della memoria, dell’autodeterminazione. È un invito a tutti gli Stati a rifiutare la logica dei due pesi e due misure, a farsi rispettare, a costruire relazioni internazionali realmente paritarie.

L’Europa – e la Francia in particolare – farebbe bene a rivedere le sue posizioni. L’epoca delle intimidazioni è finita. Il tempo delle relazioni neocoloniali è scaduto. Il rispetto reciproco è l’unica strada possibile per una vera cooperazione.

L’Algeria, con il suo gesto coraggioso, ha ricordato al mondo intero che la sovranità non si negozia, si esercita. E quando è minacciata, si difende.


Il Ministero degli Affari Esteri Algerino
Il Ministero degli Affari Esteri Algerino

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