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Algeria - GECF, Forum dei Paesi esportatori di gas

(Agenzia Nova) - Entra nel vivo in Algeria il Forum dei Paesi esportatori di gas (Gecf), i cui capi di Stato e di governo sono in riunione da ieri, 2 marzo, per il settimo vertice dall’istituzione dell’organizzazione nel 2001. Il Forum rappresenta il cartello del gas naturale che ricalca le orme dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec). Secondo un rapporto presentato ad Algeri durante i lavori del Forum – nell’ambito del quale sono proseguiti oggi gli incontri ministeriali preparativi in vista del summit di domani – la domanda mondiale di gas naturale è destinata a crescere ulteriormente. Come si legge nella relazione, denominata “Global Gas Outlook 2050”, la richiesta aumenterà infatti del 34 per cento, contribuendo per il 26 per cento al mix energetico, rispetto all’attuale 23 per cento.

Il rapporto fornisce una panoramica del futuro del gas naturale fino al 2050 e delle tendenze in evoluzione del mercato energetico, con previsioni e analisi essenziali a lungo termine per guidare le decisioni politiche e di investimento. Secondo il documento, “il gas naturale è una fonte energetica versatile, destinata a rimanere indispensabile per i decenni a venire”. Il Gecf ha osservato che “il gas naturale, in quanto partner strategico delle fonti energetiche rinnovabili, è pronto a svolgere un ruolo centrale nel promuovere una transizione energetica equa”. L’uso del gas naturale, in quanto sostanza più pulita, presenta inoltre numerosi vantaggi sotto molteplici aspetti, contribuendo “alla riduzione significativa dell’inquinamento e della deforestazione, migliorando al tempo stesso la qualità dell’aria e svolgendo un ruolo fondamentale nella riduzione delle emissioni di gas serra”. Non è infatti un caso se il gas naturale costituisce una componente essenziale nella produzione di prodotti petrolchimici e fertilizzanti che garantiscono la sicurezza alimentare.

Durante gli incontri ministeriali di oggi ad Algeri, il segretario generale del Forum dei Paesi esportatori di gas, Mohamed Hamel, ha annunciato che la Mauritania si è unita ufficialmente al Gecf. Inoltre, i ministri del cartello che ricalca le orme dell’Opec hanno approvato anche la richiesta di adesione del Senegal durante la riunione straordinaria. “Siamo onorati e lieti di annunciare l’adesione del Senegal al Gecf, in seguito all’approvazione unanime della sua richiesta”, ha detto Hamel in una dichiarazione alla stampa, rilasciata insieme al ministro dell’Energia algerino, Mohamed Arkab, al termine della riunione ministeriale straordinaria, definita dallo stesso segretario generale del Gecf “fruttuosa e costruttiva”. I Paesi membri del Gecf, che sono quindi diventati 14 (Algeria, Bolivia, Egitto, Guinea Equatoriale, Iran, Libia, Nigeria, Qatar, Russia, Trinidad e Tobago, Emirati Arabi Uniti, Venezuela, Mauritania e Senegal), insieme ai sei Paesi osservatori (Angola, Azerbaigian, Iraq, Malesia, Mozambico e Perù), detengono oltre il 72 per cento delle riserve mondiali di gas naturale e il 44 per cento della produzione globale.

Aprendo la riunione ministeriale preparatoria del Gecf, il ministro dell’Energia algerino Arkab ha spiegato che “è necessario un dialogo continuo e serio tra produttori e consumatori” di gas naturale per “costruire una visione comune” tesa a garantire la “sicurezza energetica” di tutti. “Ci troviamo oggi in un contesto di significativi cambiamenti geopolitici e strutturali nei mercati dell’energia, specialmente nel settore del gas, che ci spingono ad esaminare e affrontare questioni cruciali, compresa la transizione graduale verso un’economia globale basata su fonti energetiche pulite per affrontare il cambiamento climatico, che rappresenta una sfida e un’opportunità allo stesso tempo”, ha detto il ministro algerino.

Arkab ha sottolineato che “si prevede che il gas naturale, considerato l’energia del futuro, svolgerà un ruolo essenziale nel facilitare una transizione energetica fluida ed equa a lungo termine”. Inoltre, il ministro ha affermato che gli investimenti per reperire risorse di gas richiedono un’elevata intensità di capitale”. Secondo Arkab, è pertanto necessario stabilire un dialogo continuo e serio tra produttori e consumatori al fine di costruire una visione comune lungimirante che riconosca il ruolo cruciale del gas naturale come fonte energetica affidabile e competitiva che garantisce la sicurezza energetica”

Sono almeno 11 i capi di Stato e di governo attesi domani nel Centro internazionale conferenze Abdullatif Rahhal, sulla costa occidentale della capitale algerina, per il settimo summit del Forum dei Paesi esportatori di gas. Tra questi, oltre al padrone di casa, il presidente dell’Algeria, Abdelmadjid Tebboune, spiccano il presidente della Bolivia, Luis Arce, il presidente della Repubblica islamica dell’Iran, Ebrahim Raisi, il capo del Consiglio presidenziale della Libia, Mohamed Menfi, l’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani, il presidente dell’Iraq, Abdul Latif Rashid, il presidente della Mauritania, Mohamed Ould Ghazouani, il presidente del Mozambico, Filipe Nyusi, il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, e il presidente del Senegal, Macky Sall. Al vertice sono stati invitati anche alcuni ospiti d’onore, tra cui la Tunisia e l’Italia. Da parte tunisina, parteciperà il presidente della Repubblica di Tunisia, Kais Saied. Per quanto riguarda l’Italia, unico Paese occidentale a essere invitato all’evento in qualità di ospite d’onore, ci sarà una delegazione del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, guidata dalla viceministra Vannia Gava.

Il Forum dei Paesi esportatori di gas si svolge in un momento di forte tensione regionale e internazionale, in particolare a seguito del blocco nel Mar Rosso, provocato dagli attacchi condotti dalle milizie yemenite filo-iraniane Houthi contro le navi commerciali in transito nell’area in segno di protesta contro le operazioni militari israeliane a Gaza, avviate dopo l’attacco del movimento islamista palestinese Hamas nello Stato ebraico il 7 ottobre 2023. I continui attacchi del gruppo yemenita hanno spinto il Qatar a sospendere le forniture di gas naturale liquefatto (Gnl) attraverso il Mar Rosso, circostanza che rischia di avere gravi ripercussioni in particolare sul mercato europeo.

Oltre che sul piano della sicurezza e della stabilità regionale, gli attacchi degli Houthi iniziati a metà novembre 2023 contro petroliere e mercantili legate allo Stato ebraico, ma non solo, e il conseguente blocco nel Mar Rosso, hanno provocato un aumento dei prezzi del petrolio e del gas. A essere maggiormente colpiti dall’escalation sono i Paesi europei e, in particolare, quelli che affacciano sul Mediterraneo. Secondo quanto spiegato all’inizio di febbraio dal presidente dell’Autorità del Canale di Suez, Osama Rabie, gli introiti generati dal transito marittimo lungo il Canale di Suez sono diminuiti del 46 per cento a gennaio scorso rispetto allo stesso periodo del 2023. La diminuzione degli introiti è direttamente proporzionale a quella del transito delle navi. A gennaio 2023 hanno solcato le acque del Canale di Suez 2.155 navi, mentre a gennaio scorso 1.362, con un calo del 36 per cento. Prima dell’escalation militare in quella che è una rotta chiave per il commercio tra l’Asia, il Medio Oriente e l’Europa, il Canale di Suez era attraversato da circa 70 navi al giorno. Oggi quel numero si è quasi dimezzato ed evitare il tratto, per chi transita dall’Europa verso il Medio Oriente, significa rotte più lunghe e costose.

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