Redazione Assadakah – Sono giorni di paura, di panico, a Kabul e in quasi tutto l’Afghanistan, e in questo caos si svolge la tragedia di chi, comunque lasciando ogni bene e proprietà, è riuscito a lasciare il Paese, e la tragedia di chi non riesce a passare il confine, in qualunque modo, perché non sono molti a credere nella promessa di moderazione del governo talebano, il quale ha già dichiarato la nascita dell’Emirato Islamico e insiste nell’assicurare che non verranno tollerati eccessi. Qui è il problema: definire il concetto di “eccesso” per un miliziano talebano rispetto al concetto consueto. Per i Talebani, infliggere la pena di morte per decapitazione pubblica, non è un eccesso, ma semplicemente la necessità di “fare giustizia”.
E’ ben noto che da subito, appena dichiarato di avere assunto il controllo della capitale, si sono scatenati gruppi speciali che, casa per casa, cercano collaborazionisti, infedeli, confidenti, spie e oppositori di ogni genere. E’ fatale che molte famiglie stiano subendo, e subiranno, lutti e violenze. E di tutto questo ne subiranno le conseguenze in particolare i bambini, e ancora di più le bambine, per le quali si prospetta un triste destino. Le scene di gente disperata che prende d’assalto gli aerei all’aeroporto di Kabul saranno difficilmente dimenticate, come non lo sono ancora quelle dell’assalto disperato all’ambasciata americana di Saigon.
Il COVI, Comando Operativo Vertice Interforze, diretto dal generale Luciano Portolano, sta facendo il possibile, e senza sosta, per portare più persone possibile in un rifugio sicuro, ma i rischi sono altissimi.
La popolazione non nasconde la paura di morire. Anche il solo tentativo di fuga viene punito con la morte immediata. La notte è lunga, e il terrore che i talebani arrivino in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento incombe.
Pare che i Talebani cerchino in particolare coloro che hanno svolto servizio come interpreti con le diverse organizzazioni internazionali e della coalizione, che in maggior parte tentano di raggiungere il perimetro dell’aeroporto, presidiato dai Marines, mentre intorno non cessano spari e urla di gente terrorizzata.
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