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Afghanistan – L’infanzia rubata di Laila

Assadakah Roma News – Laila, bimba afghana di 12 anni, è il simbolo di tutti i bambini che, come lei, si sono visti sottrarre l’infanzia alla quale avrebbero avuto diritto e che, alla sua tenera età, è costretta a lavorare per aiutare la propria famiglia. Circa 1/5 delle famiglie, in Afghanistan, è stato costretto a mandare i propri figli a lavorare, per avere da mangiare.

Laila, che vive con la madre e quattro fratelli in un campo profughi nella provincia di Balkh, ha perso il padre, morto nel caos della guerra che ha visto i Talebani tornare al potere; ha pero la propria casa perché la madre è stata costretta a venderla per sopravvivere, e la madre era costretta a lavorare in casa di altri. Anche la stessa Laila lavorava come domestica in case altrui, semplicemente perché doveva farlo, senza pensare di poter andare a scuola per costruirsi un’istruzione, guadagnando 10 Aghna al giorno, ovvero 0,10 dollari, appena sufficienti per acquistare un po’ di the.

Oggi, in Afghanistan più dell’80% delle famiglie sopravvissute alla guerra, ha perso ogni fonte di reddito, e solo negli ultimi sei mesi. Oltre 1/3 ha perso ogni sostentamento dal mese di agosto 2021, quando i Talebani hanno ripreso il potere. Chi ha qualcuno che provvede al mantenimento, oppure un padre ancora vivo, possono permettersi il lusso di mangiare due volte al giorno, mentre, come racconta Shugofa, 36 anni, madre di Laila, “noi riusciamo a malapena a mangiare una sola volta”, e spesso solo un po’ di pane”…

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