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16 ottobre ‘24 - Giornata Mondiale dell’Alimentazione

Hussein Ghamlouche (Ambasciatore Internazionale di Pace) - Nel mondo sono circa 2 milioni di bambini che soffrono di grave deperimento, malnutrizione acuta grave, e rischiano di morire a causa della mancanza di fondi per l'Alimento Terapeutico pronto all'Uso (RUTF) salvavita per il deperimento. A lanciare l'allarme è l'Unicef, nella Giornata mondiale dell'alimentazione che si svolge oggi 16 ottobre.

I livelli di malnutrizione acuta grave fra i bambini sotto i 5 anni sono estremamente alti in diversi paesi, alimentati da conflitti, shock economici e crisi climatica. Si stima che la mancanza di fondi per il RUTF stia esponendo circa 2 milioni di bambini a rischi di non ricevere cure nei 12 paesi più duramente colpiti. Mali, Nigeria, Niger e Chad stanno già affrontando o stanno per affrontare l'esaurimento delle scorte di RUTF, mentre il Camerun, il Pakistan, il Sudan, il Madagascar, il Sud Sudan, il Kenya, la Repubblica Democratica del Congo e l'Uganda potrebbero esaurire le scorte entro la metà del 2025.

Negli ultimi 2 anni, una risposta globale senza precedenti ha consentito di ampliare i programmi per la nutrizione e contenere il deperimento dei bambini e la mortalità ad esso associata nei Paesi gravemente colpiti da conflitti, shock climatici ed economici, e la conseguente crisi della nutrizione materno-infantile. E’ necessaria un’azione immediata e decisa per salvare le vite di quasi 2 milioni di bambini che stanno lottando. Una questione che diventa ogni giorno più importante, specialmente se si considerano i veloci mutamenti delle condizioni politiche, geopolitiche, culturali e sociali dello scenario internazionale, e il fatto che, in condizioni di emergenza come può essere un conflitto armato, il fattore alimentare è diventato una vera e propria arma. E come in tutti i conflitti, a farne le spese è la gente della strada, la popolazione civile innocente, in modo particolare i bambini.

La malnutrizione acuta infantile è aumentata del 20% tra il 2020 e il 2022 nei 19 Paesi più colpiti da crisi umanitarie, passando da 23 milioni nel 2020 (pre-pandemia) a 27.7 milioni nel 2022. Il proliferare dei conflitti armati e il fatto che siano sempre più prolungati nel tempo - basti considerare quelli in Medioriente, Ucraina e Sudan - e gli eventi metereologici estremi sempre più intensi e frequenti, stanno avendo conseguenze devastanti sulla vita dei civili, rischiando di aumentare ulteriormente i livelli di insicurezza alimentare e di malnutrizione infantile. Considerando i trend attuali, si stima che 128,5 milioni di bambini (19,5%) saranno affetti da malnutrizione cronica nel 2030, circa la metà dei quali in Africa occidentale e centrale.

Il cibo siamo noi, diventa noi. Dovrebbe essere sufficiente questo concetto per comprendere come sia importante una equa distribuzione delle risorse. Eppure si sa poco a proposito di tutto ciò che ruota intorno alla questione alimentare. Un valore sentito pesantemente in un Paese nella morsa di una guerra, mentre dove regna la pace, come in Occidente, non è cultura interessarsi a ciò che troviamo sulla nostra tavola: come e dove viene coltivato o allevato, i componenti chimici, le trasformazioni, e purtroppo le enormi quantità che diventano spazzatura, quando non si parla direttamente di cibo-spazzatura con accezioni ben diverse.

Spreco di vite è anche il fatto che la fame colpisce circa 800 milioni di persone nel mondo, a causa di guerre, degrado ambientale, cambiamenti climatici e demenziale sfruttamento delle risorse naturali necessarie alla sopravvivenza, tutte espressioni di un sistema ormai inceppato e quindi incapace di funzionare come dovrebbe.

Con la Giornata dell’Alimentazione da considerare anche la lotta allo spreco alimentare, obiettivo prioritario e strategico. La mancanza di cibo o la non possibilità di utilizzarlo interessa ancora miliardi di persone, e relativo impatto ambientale.

Per rimediare a tutto questo, bisogna agire a livello culturale e sociale, con una adatta educazione e prevenzione, fin dalla più tenera età, per fare in modo che le future generazioni sappiano quale tesoro sia il futuro comune, la cooperazione e la condivisione.

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